Non si placa la rivolta in Libia, nonostante la sanguinosa repressione. Sarebbero quasi 300 le vittime dall’inizio delle proteste, una settimana fa. A Bengasi anche militari si uniscono ai manifestanti. E mentre si rincorrono voci su una fuga di Muammar Gheddafi, il figlio Seif al-Islamin una nota: “Questi scontri possono portare alla guerra civile“, ha detto. “La Libia non è la Tunisia o l’Egitto. Ricorreremo alle armi e invece di piangere la morte di 84 persone, ne piangeremo centinaia di migliaia. La guerra civile brucerà le risorse petrolifere della Libia. Dimenticatevi il petrolio, il gas naturale e tutte queste risorse”. Saif Al Islam ha negato nel suo discorso che nei disordini di questi giorni vi siano state centinaia di morti, parlando di 84 vittime. “I media – ha detto – stanno esagerando il numero della vittime. Le proteste sono frutto di un complotto straniero”. Poi ha ammesso che equipaggiamenti bellici, tra cui carri armati e pezzi di artiglieria, sono stati sottratti alle forze forze di sicurezza da parte di “civili e teppisti”.
Oggi a Bruxelles il consiglio dei ministri degli Esteri europei.
Continua massacro in Libia, voci di fuga di Gueddafi
Non si placa la rivolta in Libia, nonostante la sanguinosa repressione. Sarebbero quasi 300 le vittime dall’inizio delle proteste, una settimana fa. A Bengasi anche militari si uniscono ai manifestanti. E mentre si rincorrono voci su una fuga di Muammar Gheddafi, il figlio Seif al-Islamin una nota: “Questi scontri possono portare alla guerra civile“, ha […]
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