Crisi, Marcegaglia: Governo pensi a riforme strutturali

E’ un invito alle aziende “a lavorare di più, per competere con Paesi come Cina e Brasile”, ma anche al Governo a fornire “politiche fiscali sostenibili, politiche per la famiglia e riforme strutturali che ci mettano in condizioni di parità con i partner europei”, la lettera agli abruzzesi del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, affidata […]

E’ un invito alle aziende “a lavorare di più, per competere con Paesi come Cina e Brasile”, ma anche al Governo a fornire “politiche fiscali sostenibili, politiche per la famiglia e riforme strutturali che ci mettano in condizioni di parità con i partner europei”, la lettera agli abruzzesi del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, affidata al settimanale “La domenica d’Abruzzo” che la pubblicherà sul primo numero in edicola dopodomani. “La vostra regione – scrive il presidente di Confindustria – paga un lungo periodo di instabilità politica, paga la tragedia del terremoto e il ritardo degli ultimi dieci anni. Perché, per paradosso, questa regione che per la sua crescita era uscita dall’Obiettivo uno, si trova adesso ad affrontare gli stessi problemi di quando era Regione del Sud. E deve farlo a incentivi europei ridotti. Questa situazione pesa sul mondo del lavoro, che è quello dell’impresa e quello dei dipendenti”. “Non ho imbarazzo a dirlo, anzi ho l’orgoglio di dirlo – prosegue la lettera – l’Abruzzo in questi anni ha retto grazie al coraggio e all’impegno dei suoi imprenditori che hanno affrontato il grande mondo della globalizzazione, si sono fatti carico dell’innovazione, sono andati a cercarsi nuovi mercati. Hanno cioé fatto lo sforzo maggiore per produrre ricchezza. E’ stato un grande sforzo che ha visto l’impegno comune di tutta l’industria abruzzese. Nel 2009, il 30% del PIL abruzzese è stato prodotto dal comparto industriale, che è una cifra da confronto con le regioni dell’Italia settentrionale. Questo dice che qui c’é un tessuto resistente e che ancora, pur con qualche strappo, resiste alla rassegnazione della crisi”. “Certo non mancano i problemi, che sono un po’ quelli dell’intero Paese. Tutto questo – dice ancora – ha, naturalmente, una ricaduta negativa sull’occupazione: la perdita di posti ha superato qui le trentamila unità. Il che è una conseguenza diretta della poca competitività delle aziende”. “Il momento non è facile – conclude Emma Marcegaglia – e la fine del tunnel non sembra vicina. Posso dire però che la fiducia degli imprenditori non è venuta meno. L’ho notato anche in Abruzzo. Mi sembra una buona base di partenza. Penso che tutti insieme ce la possiamo fare. E’ la mia convinzione ed anche il mio augurio”.

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