Un omaggio a Bud Spencer, gigante buono di tanto cinema (e televisione) d’intrattenimento, curato dall’Istituto Cinematografico Lanterna Magica, in collaborazione con la Fondazione Carispaq, che si compone di quattro incontri ed altrettante proiezioni:
- Mercoledì 9 Marzo 2011, Il soldato di ventura – di Pasquale Festa Campanile, 1976.
- Mercoledì 16 Marzo 2011, Piedone lo sbirro – di Steno, 1973.
- Mercoledì 23 Marzo 2011, Lo chiamavano Bulldozer – di Michele Lupo, 1979
- Giovedì 31 Marzo 2011, Bomber – di Miche Lupo, 1982
Quattro pellicole leggere, adatte a grandi e piccini, con un dinamismo particolare ed una comicità travolgente e mai volgare. La rassegna aquilana, curata dal critico Pier Cesare Stagni, con il contributo di tutte le alte professionalità dell’Istituto Lanterna Magica, è volta a dimostrare che è sbagliato considerare Bud Spencer un attore di serie B, così come è sbagliato considerate tutte le sue pellicole delle commediole all’acqua di rose, che strizzano l’occhio al western spaghetti, per nulla di più di un puro divertissement per il pubblico meno colto. Se non ci fosse stato Bud Spencer, molti degli adulti di oggi sarebbero stati a corto di un mito che nonostante la stazza enorme, ha compiuto un tuffo nel cinema per il piacere di darci un tuffo al cuore. A consacrarlo come meritava, il David di Donatello alla carriera nel 2010, che ha ricevuto insieme all’altro componente della storica coppia, Terence Hill. Cresciuto in una famiglia benestante, Carlo Pedersoli (il vero nome di Bud Spencer) si appassiona allo sport fin da piccolo, in particolar modo al nuoto, vincendo da subito alcuni premi. Nel 1940, la sua famiglia lascia Napoli per affari e si sposta a Roma. Diplomato con il massimo dei voti, comincia a studiare chimica all’Università di Roma, ma nel 1947, la sua famiglia – ancora per ragioni di lavoro – è costretta a trasferirsi in Sud America e Carlo deve abbandonare la sua istruzione e dedicarsi al lavoro: prima in una catena di montaggio a Rio de Janeiro, poi come bibliotecario a Buenos Aires e infine come segretario all’Ambasciata italiana in Uruguay. È il nuoto a reclamarlo ancora una volta e a farlo ritornare in Italia: diventa campione italiano di nuoto a rana e, fra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, vince il campionato nei cento metri stile libero, detenendo il titolo fino alla fine della sua carriera sportiva. Ma non dimenticherà lo studio, tanto è vero che s’iscriverà a Giurisprudenza. Grazie al suo fisico possente e scultoreo, ha la possibilità di entrare nel mondo del cinema e il suo battesimo è tenuto niente meno che da Dino Risi, che lo inserisce nel cast di Vacanze col gangster (1951), set in cui incrocerà un altro ragazzo che, anni più tardi, si legherà in maniera indissolubile alla sua personalità artistica: Mario Girotti (alias Terence Hill). I film della rassegna aquilana, intitolata “Omaggio a Bud Spencer, gigante buono del cinema italiano”, fanno parte del periodo in cui Spencer-Pedersoli sperimenta anche altri generi cinematografici: il thriller, lasciandosi dirigere da Dario Argento in 4 mosche di velluto grigio (1971), e il dramma con Torino nera (1972) di Carlo Lizzani. L’ultimo fil della rassegna, “Bomber”, è realizzato da Michele Lupo che, nel 1981, aveva segnato il ritorno di Bud al western delle origini con “Occhio alla penna”. Dopo lo scarso esito di queste pellicole, Bud preferì “rifugiarsi” nel piccolo schermo dove, diretto da Steno e da Enzo G. Castellari apparirà rispettivamente nelle serie: Big Man (1988-89) ed Extralarge (1990-93), con grande successo di pubblico. Dopo tanti progetti andati a vuoto per riunirlo a Hill, Bud si ritroverà diretto dallo stesso collega nel western Botte di Natale (1994) che però è un flop e negli ultimi anni (dopo un cameo nel film di Pieraccioni Fuochi d’artificio) ha dimostrato le sue qualità di attore drammatico dedicandosi anche a film impegnati come l’intenso Cantando dietro i paraventi del maestro Ermanno Olmi. Particolarmente interessante, nella rassegna, il primo titolo: “Il soldato di Ventura” di Pasqua Festa Campanile, che affronta in chiave comico-grottesca la celeberrima “disfida di Barletta”. Del 1973 è “Piedone lo sbirro”, di Steno, film bozzettistico e paradossale, su un commissario di polizia anticonformista e manesco, che si avvale addirittura della collaborazione di camorristi “buoni” per epurare l’ambiente della malavita di Napoli. Il film fece grandi incassi che convinsero i produttori ad un sequel altrettanto fortunato, anche se meno originale: “Piedone ad Hong Kong”. Il terzo appuntamento, “Lo chiamavano buldozer”, diretto da Michele Lupo nel 1978, è un film in cui Spencer firma anche la colonna sonora che fa eseguire dagli Oliver Onions, già autori musicali in altri film da lui interpretati. Nel film si riconosce una canzone il cui tema verrà riciclato nel 1979, per la sigla della seconda stagione della serie televisiva Spazio 1999. Infine, il 31 marzo, “Bomber”, sempre di Lupo, su un ex gloria del pugilato, ora marinaio della base americana di Livorno, che un giorno, assistendo ad una rissa tra portuali, nota un giovane e riconosce in lui un futuro campione di boxe. Insieme con uno stravagante manager, proprietario di una palestra, Bomber si mette al lavoro per far diventare il ragazzo invincibile sul ring. Un film scacciapensieri, con un Bud Spencer impegnato a rinnovare la figura un po’ burbera e un po’ paterna che da “Piedone lo sbirro” in poi ha dato una svolta alla sua carriera. Un inno allo sport come toccasana contro la violenza che mescola micidiali sganassoni ai buoni sentimenti, con Bud che mena botte da orbi a centinaia di comparse ed il valore aggiunto delle smorfie di un Jerry Calà, allora in gran forma. Tutti i film saranno proiettati, con inizio alle 17, presso l’ Auditorium Carispaq “E. Sericchi” Centro Direzionale Strinella 88 de L’Aquila. Molto ghiotte le introduzioni di Pier Cesare Stagni, tratte soprattutto dal libro, uscito tre anni fa, “Continuarono a chiamarlo Bud Spencer”, scritto da Franco Grattarola e Matteo Norcini, già redattori della rivista “Cine70 e dintorni”, vera e propria “Bibbia” sulla storia cinematografica (e non) di Carlo Pedersoli / Bud Spencer. Peccato non si sia riusciti a racimolare per la rassegna quel piccolo gioiello che è Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre (1979), sempre di Michele Lupo, in cui l’incontro tra il gargantuesco Scott Hall (Bud) e il tenero scricciolo H7-25 (Cary Guffrey), rimane, anche a distanza di tanto tempo, uno di quei momenti di dolcezza cinematografica la cui visione non andrebbe negata ad alcun bambino. Il gigante buono Bud Spencer (qui alle prese con uno dei suoi ruoli da “solista”) si imbatte nell’enfant prodige degli Incontri ravvicinati del terzo tipo, Cary Guffrey, regalando un perfetto intrattenimento per famiglie che riesce fortunatamente ad evitare la retorica melensa di molti analoghi prodotti, in cui la direzione di Michele Lupo sviluppa con la giusta classe le sorti di una vicenda semplice ma al tempo stesso onesta e simpatica, mentre gli Oliver Onions, sono autori di una fantastica colonna sonora. Sarà per una prossima rassegna.
Carlo Di Stanislao
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