L’assistenza per un malato di Alzheimer, che ricade in gran parte sulla famiglia, costa 60mila euro all’anno, 9 miliardi in totale per gli 800mila malati in Italia. E’ l’ammontare stimato dal Rapporto sulla non autosufficienza del ministero della Salute, dal quale emerge una carenza dei servizi di assistenza domiciliare e residenziale per questa patologia, rispetto all’Europa. Con 100mila nuove diagnosi all’anno risulta fondamentale l’ attività delle Unità di valutazione dell’Alzheimer (Uva) sul territorio. Secondo i dati dell’Aima, l’Associazione italiana malattia Alzheimer, la Lombardia è la prima regione per numero di unità: sono 24 i centri nella provincia di Milano, 10 dei quali in città, a cui si aggiungono i 51 presenti nelle restanti province. Segue l’Emilia Romagna con 59 unità e la Campania, (prima al Sud) con 56 centri. Tra le provincie, la più attiva é quella di Napoli con 31 Uva, seguono Roma (25) e Milano (24). Le unità di valutazione dell’Alzheimer hanno il compito di diagnosticare la malattia e proporre una terapia farmacologica. Se il paziente necessita di altre forme di assistenza, l’unità provvede a dare indicazioni per attivare le soluzioni più adeguate sull’assistenza a domicilio, in un centro diurno o in un nucleo demenze, presso una residenza sanitaria assistenziale. Il punto sullo stato di avanzamento della ricerca sull’ Alzheimer e sulla diffusione dei centri di diagnosi e assistenza dei malati si farà, il prossimo 4 e 5 aprile, a Milano, in occasione del Brain Forum 2011.
Malato di Alzheimer costa 60mila euro l’anno, Italia pochi servizi
L’assistenza per un malato di Alzheimer, che ricade in gran parte sulla famiglia, costa 60mila euro all’anno, 9 miliardi in totale per gli 800mila malati in Italia. E’ l’ammontare stimato dal Rapporto sulla non autosufficienza del ministero della Salute, dal quale emerge una carenza dei servizi di assistenza domiciliare e residenziale per questa patologia, rispetto […]
Le famiglie che hanno la sventura di avere un malato in famiglia, fatta eccezione per la misera provvidenza intesa come pensione d’accompagnamento, che non basta nemmeno a pagare la metà dello stipendio alla badante, sono totalmente, spudoratamente,nell’indifferenza di tutti, lasciate desolatamente sole. Il resto sono chiacchiere che sentiamo e leggiamo da anni, che non solo non rispondono, sempre a delle verità, ma vengono avvertite come “rumori” procurati dagli addetti ai lavori per giustificare la propria presenza. Cordiali saluti Donato Di Rienzo
ma dove e’ questa attivita’ per gli ammalati di alzheimer, mio padre ha, purtroppo, questa malattia
ma non troviamo nessuna associazione con volontari per l’assisenza a domicilio giusto per dare sostegno ai familiari, che vi giuro non e’ facile.vi giuro che sto’ girando per i siti inviando email, ma, nella zona di napoli, non mi sente nessuno………