8 marzo: in ricordo della Scuola agraria femminile, la prima sorta in Italia

La Scuola agraria del Parco di Monza, oggi centro d’eccellenza nella formazione delle professionalità del verde ornamentale, affonda le sue radici nell’agricoltura e ad essa rimane oggi ben ancorata. La fondatrice, Aurelia Josz, inaugura la prima «Scuola pratica agricola femminile» in Italia l’8 dicembre del 1902 a Milano, per una trentina di orfane tra i […]

La Scuola agraria del Parco di Monza, oggi centro d’eccellenza nella formazione delle professionalità del verde ornamentale, affonda le sue radici nell’agricoltura e ad essa rimane oggi ben ancorata.
La fondatrice, Aurelia Josz, inaugura la prima «Scuola pratica agricola femminile» in Italia l’8 dicembre del 1902 a Milano, per una trentina di orfane tra i 13 e i 15 anni, ospiti al palazzo delle Stelline di corso Magenta. Nata a Firenze nel 1869 da una famiglia ebraica di origine ungherese, frequenta gli ambienti culturali cosmopoliti della città toscana, dove è presente una consistente colonia di stranieri e il dibattito sulla questione femminile è particolarmente vivace. Del resto, in quegli anni, il tema dell’emancipazione della donna è sinergico rispetto alla questione della giustizia sociale, interpretato dal mondo del nascente movimento socialista.
Aurelia Josz si trasferisce a Milano per insegnare presso l’Istituto magistrale Tenca; nel 1902, grazie al sostegno di un comitato di illuminati benefattori, prende vita la Scuola agraria femminile, in uno spazio di 300 mq alle Stelline, dove studiano e lavorano 30 ragazze.
L’organismo sarà stabilmente sostenuto dalla Società umanitaria e quindi è plausibile ritenere che si sia inserito in un certo qual modo nella rete delle istituzioni sociali del socialismo democratico milanese.
Nel 1920 la Scuola diventa Ente morale. La fondatrice sostiene la sua visione non solo di dignità della donna ma anche una visione del mondo legata all’importanza della funzione dell’agricoltura, definita allora “idea georgica”, una idea guida che, in un certo qual modo, potrebbe corrispondere all’ambientalismo di oggi. Proprio per questa impostazione, la Josz ripone inizialmente fiducia nella “agrarietà” del nascente regime fascista, fino al successivo disincanto verificatosi all’inizio degli anni ’30. Il fascismo del resto inizialmente si avvale della Scuola per i suoi programmi di formazione rurale per poi invece istituirne una propria, di provata fede fascista, a S.Alessio nei pressi di Roma. E’ in quegli anni che la Josz rifiuta la tessera del partito e le vengono quindi revocate le onorificenze precedentemente attribuite.
Dopo un periodo di chiusura, la Scuola riprende l’attività nel 1933 a Cimiano; allora alla Josz succede come direttrice la dott.ssa Maria Nicolini (che rivestirà tale funzione fino al 1984). Aurelia Josz, raggiunta l’età della pensione, lascia l’insegnamento e si ritira in Liguria.
Proprio qui viene arrestata durante una retata nazifascista e deportata a Auschwitz, dove morirà il 1° luglio del 1944. Nel ’45 la sede di Cimiano è devastata da alcuni partigiani e così la Scuola chiude fino al 1956, quando si trasferirà nella Cascina frutteto al Parco di Monza, dove riprende la sua attività .
Nel secondo dopoguerra la Scuola attraversa la fase più difficile della sua storia. La Scuola riapre nel 1957, affiancando alla direttrice Maria Nicolini in qualità di Presidente il Conte Luigi dal Verme, e più in là l’ing. Adele Racheli, donna altrettanto determinata e lungimirante, una delle prime donne italiane laureate in ingegneria.
Sul finire degli anni ’70 si assiste ad un tentativo di soffocamento e di emarginazione della Scuola; malgrado questa avesse cercato di adeguare i suoi programmi ai nuovi bisogni educativi della società (la Scuola infatti è tra i primi enti di formazione in Italia a organizzare corsi di alimentazione e di agriturismo).
A cavallo tra gli anni ‘70 e gli anni ’80, nella scuola ritornano i bachi da seta: una riproposta che, partendo dalla specificità della storia del territorio brianzolo, intende raggiungere obiettivi di sensibilizzazione e di educazione ambientale.
Migliaia di ragazzi sono oggi coinvolti in questa esperienza nonché nei laboratori natura organizzati presso la cascina Frutteto durante i centri estivi dei Comuni di Nova Milanese e di Muggiò.
Oggi, grazie al nuovo direttore, il dott. Sergio Zerbini, la scuola, adesso non più solo femminile, si apre ai temi della progettazione, gestione e manutenzione del verde ornamentale, dell’ecologia (diventando un punto di riferimento nazionale ed europeo in tema di compostaggio) e di svariati altri aspetti

Modesto Panaro

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