Sisma politico all’Aquila, partita l’operazione delle “colombe”

Sulla città sconvolta dal terremoto del 6 aprile 2009, ora si abbatte anche un sisma politico. Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, stamani ha presentato le dimissioni consegnando la comunicazione nelle mani del segretario generale del Comune, Vincenzo Montillo. Cialente, che si è già dimesso dalla carica di vice commissario per la ricostruzione in dissenso con […]

Sulla città sconvolta dal terremoto del 6 aprile 2009, ora si abbatte anche un sisma politico. Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, stamani ha presentato le dimissioni consegnando la comunicazione nelle mani del segretario generale del Comune, Vincenzo Montillo. Cialente, che si è già dimesso dalla carica di vice commissario per la ricostruzione in dissenso con la politica del governo sulla ricostruzione, ha ora venti giorni di tempo per fare la scelta definitiva. Il primo cittadino che guida un’amministrazione di centrosinistra, questa volta, ha tenuto fede alla minaccia di dimissioni pronunciata nel corso del consiglio comunale di ieri che si è concluso per mancanza del numero legale causato dall’assenza dei consiglieri di maggioranza. “Non ho più la maggioranza, così non si può andare avanti perché è a rischio la ricostruzione, vado via”, aveva detto ieri. A nulla sono valsi i tentativi di fargli cambiare idea. Cialente lascia ad un anno dalla scadenza del mandato anche con l’estrema incertezza sul suo tentativo fatto con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, del voto nella tornata del 15 maggio prossimo. Ma nel Pd, sul banco degli imputati con le responsabilità maggiori, e nel centrosinistra, nonostante lo choc, non si sono perse ancora le speranze di convincere il sindaco a restare, anche se per ora sembra però irremovibile. Inviti a non gettare la spugna sono giunti pubblicamente e privatamente da esponenti locali e nazionali: dal presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti, al portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, Oliviero Di Liberto, dal segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani al leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. Il governatore, Gianni Chiodi, commissario per la ricostruzione, ha spiegato che solo Cialente sa se ha la maggioranza, ma che se non ce l’ha, l’accanimento terapeutico non serve agli aquilani. L’impressione è che Cialente che ha sempre guidato una maggioranza molto conflittuale, voglia un chiarimento profondo: d’altra parte dall’insediamento nel maggio del 2007 dopo aver vinto le primarie alle quali si è presentato come esponente della mozione Mussi, la lista più a sinistra del Pd, non ha mai avuto vita facile subendo defezioni, come l’uscita di Sel e Rifondazione comunista, e dovendo intervenire con numerosi rimpasti. Intanto, il Pd che per venerdì ha promosso un’assemblea degli iscritti per solidarizzare con il sindaco, è partita l’operazione delle “colombe”: in particolare, il parlamentare del Pd Gianni Lolli e il dirigente comunale e consigliere provinciale del Pd Pierpaolo Pietrucci, hanno stabilito un contatto importante con il primo cittadino per convincerlo a ritirare le dimissioni. “Quello del sindaco è stato uno sfogo comprensibilissimo, spesso i consiglieri comunali non hanno avuto un atteggiamento costruttivo, – ha spiegato il segretario comunale dell’Aquila del Pd, Francesco Iritale – il sindaco si sorbisce per venti ore al giorno tutte le problematiche. L’auspicio è che tutto possa rientrare e che questa sua vicenda possa servire a rinforzare la maggioranza. La città non può avere la prospettiva del commissario, dobbiamo continuare ad andare avanti per un anno tutti insieme. Faremo tutti i tentativi per far tornare indietro il primo cittadino”.

Berardino Santilli

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