Stupro in caserma, Comellini (PDM): fatti deprecabili ma da ricercare in azione di vertice

 “In merito a quanto dichiarato nei giorni scorsi al Corriere della Sera dal Ministro della difesa, Ignazio La Russa, sul provvedimento di sopensione dal servizio adottato dal generale Gallitelli a carico dei tre carabinieri presumibilmente coinvolti nella vicenda della presunta violenza ai danni della donna 32enne arrestata per furto, e viste le notizie odierne riportate […]

 “In merito a quanto dichiarato nei giorni scorsi al Corriere della Sera dal Ministro della difesa, Ignazio La Russa, sul provvedimento di sopensione dal servizio adottato dal generale Gallitelli a carico dei tre carabinieri presumibilmente coinvolti nella vicenda della presunta violenza ai danni della donna 32enne arrestata per furto, e viste le notizie odierne riportate dalle agenzie di stampa secondo cui  le indagini avrebbero escluso l’esistenza di  «minacce o costrizioni» credo che il Ministro avrebbe fatto meglio ad attendere gli esiti delle indagini giudiziarie.” – Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) –  “Le dichiarazioni del Ministro è il conseguente “Usi obbedir tacendo….” del generale Gallitelli – prosegue Comellini- hanno confermato ancora una volta che i vertici politici e militari della Difesa agiscono secondo quella che appare essere  la regola non scritta di dover usare sempre una maggiore severità quando i fatti coinvolgono gli appartenenti ai ruoli della truppa o dei sottufficiali piuttosto che quello degli ufficiali o dei generali, come ad esempio è avvenuto nei confronti del generale dell’Arma dei carabinieri Ganzer, condannato alla pena di 14 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che non risulta essere stato allontanato dal servizio nonostante la legge 27 marzo 2001, n. 97 ne preveda l’immediata sospensione. Certamente – aggiunge il Segretario Del Pdm- quanto riferito dai media come  avvenuto in quella Stazione dei Carabinieri è sicuramente un fatto che se gli accertamenti della procura confermeranno come “vero”, allora e, solo allora, si potrà valutare in tutta la sua “gravità” adottando ogni possibile misura di repressione, ma ancor prima di prevenzione, delle condotte illecite.  Al momento però mi sembra che la drastica, e a questo punto avventata, soluzione adottata da Gallitelli sia servita più per tacitare l’opinione pubblica che altro, insomma hanno cercato di mettere una “pezza” al presunto fattaccio. Diverso sarebbe stato se assieme ai tre carabinieri della truppa fossero stati sospesi e trasferiti anche i vertici locali dell’Arma, allora si che vi sarebbe stata la coerenza dell’azione disciplinare con le dichiarazioni rese alla stampa.  Mi sembra opportuno aggiungere che, se per caso il Ministro non se ne fosse accorto, sono numerose le interrogazioni a cui non ha mai dato risposte, che gli abbiamo rivolto  in  questi ultimi due anni tramite il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, per segnalargli fatti che costantemente accadono all’interno dell’Arma ma che sembrano essere tollerati nonostante la loro estrema gravità. Quindi a mio avviso – conclude Comellini – La Russa dovrebbe cominciare a domandarsi se la ragione e le responsabilità di quanto di deprecabile sta avvenendo all’interno dell’Arma, e più in generale nelle Forze armate, non vada ricercato nell’azione  di comando che appare sicuramente fallace perchè protesa unicamente alla repressione e non alla prevenzione.” .

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