La creazione di legami sociali all’interno di aree urbane ed extraurbane disgregate per effetto soprattuto del sisma del 6 aprile 2009 è l’obiettivo principale del progetto “Si può fare” portato avanti l’Associazione Solidarietà Famiglia ONLUS del quartiere Torrione e finanziato dal fondo speciale della legge 266/91 sul volontariato.
Come ricorderete nelle scorse settimane sono stati aperti anche 2 sportelli così detti “di prossimità” ovvero punti di ascolto e di informazione all’interno del nuovo quartiere di Bazzano e del quartiere Torrione.
Tutto il contenuto del progetto verrà presentato nel convegno previsto il prossimo sabato 12 marzo alle ore 9,00 presso la sala S. Pio X dell’Aquila al Torrione. Ai lavori interverranno il Vescovo ausiliare mons. D’Ercole, il Direttore del Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio Roberto Museo, il Presidente del Centro di Servizio per il volontariato Gianni Pappalepore, e la componente l’Osservatorio Nazionale del Volontariato Sabina Polidoro. Le finalità e gli obiettivi del progetto saranno dettagliatamente illustrati dal ‘ing. Santini Responsabile del Progetto a cui seguirà, a cura della psicologa Cinzia Raparelli, una presentazione dei bisogni che hanno dato origine al progetto stesso ed una relazione di Piergiorgio Licheri del Coordinamento di Associazioni di Volontariato Penitenziario, che illustrerà l’importanza della ricostruzione sociale che deve andare di pari passo con quella materiale. I lavori si concluderanno con alcune testimonianze degli operatori e dei volontari impegnati nelle varie azioni del progetto.
“Insieme si possono far rivivere i luoghi e trasformare i bisogni in risorse” è uno degli slogan che caratterizzano il progetto “Si Può Fare” e che vuole lavorare, appunto, sulla ricostruzione sociale dei 2 quartieri suddetti.
Tra la Primavera e l’Estate prossima, si tratterà di realizzare azioni volte ad attivare un modello di mediazione sociale permanente ed esportabile cercando di trasformare i quartieri da luoghi dell’abitare a luoghi del vivere e del convivere.
La speranza dei gestori del progetto è legata alla continuità nel tempo delle iniziative. In altre parole si confida in futuri interventi pubblici per favorire e potenziare in maniera stabile le opportune soluzioni alle tensioni sociali post-sisma.
Foto Manuel Romano
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