I governatori delle Regioni italiane sono più che preoccupati: mancano i 425 milioni per finanziare il trasporto pubblico locale, il riparto dei 106 miliardi del Fondo sanitario divide il nord dal sud, c’é il problema del mancato finanziamento delle associazioni degli allevatori e ora si aggiunge la questione della copertura finanziaria degli ammortamenti non ‘sterilizzati’. Si tratta di quelle somme che sono state impegnate negli anni per investimenti, per esempio in edilizia sanitaria. Fino ad oggi l’onere dell’ammortamento di queste somme non era iscritto nei bilanci delle Regioni ma ora il ministero dell’Economia chiede di farlo, a partire già dai bilanci del 2010. Ma i governatori temono che, così facendo salterebbe il sistema sanitario nazionale e tutte le Regioni dovrebbero approntare dei Piani di rientro dal debito. In una relazione, gli assessori regionali alla sanità, che sul tema si sono riuniti più volte, fanno notare come “il problema della copertura finanziaria degli ammortamenti non sterilizzati rappresenta una questione critica sotto il profilo della sostenibilità economica e finanziaria dei singoli sistemi regionali”. “E’ facile prevedere – scrivono preoccupati gli assessori – che la maggior parte delle Regioni, avendo costruito il proprio bilancio di previsione senza coperture per gli ammortamenti non sterilizzati, potrebbero essere indicate come inadempienti e quindi passibili di assoggettamento a Piano di rientro”. Inoltre, fanno notare gli assessori, la copertura degli ammortamenti comporta una riduzione effettiva delle risorse destinate ai Livelli essenziali di assistenza proprio nell’anno in cui, il 2011, si è registrato l’incremento più basso di risorse del Fondo sanitario degli ultimi 15 anni cui si aggiunge la mancata copertura delle risorse per gli investimenti in edilizia sanitaria e il mancato ripristino del Fondo per le non autosufficienze, pari a 400 milioni di euro. Insomma, una situazione di grave preoccupazione che fa scrivere alla Commissione salute della Conferenza delle Regioni che il combinato disposto di tutte queste cose, unito alla questione ammortamenti, porti alla “non sostenibilità finanziaria dell’intero sistema Regioni”. L’orientamento dei governatori è di mettere una pietra sul passato e di definire le regole nel 20011 per partire dal 2012; la partita con il ministero dell’Economia rimane tuttavia tutta ancora aperta. Intanto una buona notizia c’é: i presidenti delle Regioni hanno trovato un accordo tra loro per ripartire 1,2 miliardi di euro per gli spostamenti dei pazienti da una regione all’altra per le cure sanitarie nel 2010. Le Regioni che incassano le maggiori somme, poiché hanno curato un numero maggiore di pazienti che arrivavano dall’esterno del territorio, sono la Lombardia (444 milioni), l’Emilia (358 milioni e la Toscana (113 milioni). Tutto il sud, con l’eccezione del Molise, è in perdita ma anche alcune Regioni del nord, come la Liguria e la Provincia di Trento, hanno avuto fughe di soldi e di pazienti dalla Regione, rispettivamente di quasi 27 milioni e di quasi 16 milioni di euro.
Valentina Roncati
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