“Tra tutte le dittature, la peggiore è quella dei giudici”: cita Alexis de Toqueville Silvio Berlusconi mentre conferma l’irremovibile proposito di riformare la giustizia perché “indietro non si torna”. Berlusconi attacca ma intanto spinge sulle caute aperture che arrivano dal Terzo Polo e da qualcuno nel centrosinistra, convinto di aver calato l’asso vincente: un “testo molto equilibrato, che metterà alla prova l’effettiva credibilità della sinistra e la sua disponibilità al dialogo”; una riforma in grado di ridare ai cittadini la fiducia nella giustizia, un cambiamento che “non è una legge ad personam, ma una riforma per gli italiani rispettosa dei principi costituzionali”.
“Noi siamo per riformare la giustizia, non siamo affatto il partito dei giudici e dei pm. Siamo pronti a disturbarli, i giudici, per le cose che interessano i cittadini”. Ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Se Berlusconi vuole tirare sassi nel vuoto per le sue esigenze politiche o personali, non ci stiamo – sottolinea Bersani – discutiamo se si tratta di norme per i cittadini. Si cambi schema di gioco se si vuole discutere con noi”.
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