Finalmente anche Brindisi avrà il suo carbonile coperto. Dopo quasi vent’anni l’Enel in pompa magna ci fa sapere che è pronta ad avviare i lavori per dotare l’impianto di Cerano di un carbonile coperto. Un qualcosa che come tutti i brindisini sanno era un atto dovuto da sempre e che non può quindi essere spacciato né per un regalo né per occasione di sviluppo. I tanti anni in cui Brindisi ha convissuto e convivrà ancora con una centrale con il carbonile scoperto sono invece la dimostrazione delle offese subite da questo territorio e dei mega profitti realizzati da quest’azienda grazie anche ad una classe politica indecente che è sempre stata muta e silente dinanzi a questo scempio.
Ma detto questo vi sono anche delle sorprese negative. Nella domanda di istanza per l’autorizzazione integrata ambientale, l’AIA, l’Enel propone così come si può leggere nel parere istruttorio conclusivo a pag 57 la realizzazione di tre nuovi carbonili a copertura totale e tre nuove macchine di messa a parco e ripresa del carbone. Da fonti di stampa apprendiamo invece che i carbonili coperti da realizzare a Brindisi sono due. Ed il terzo che fine ha fatto? Ancora si vuol risparmiare?
Inoltre nelle prescrizioni a pag 78 sempre nel parere istruttorio conclusivo si prescrive all’ENEL che “ il Gestore, entro 18 mesi dal rilascio dell’AIA, dovrà completare la costruzione del parco coperto”. Quindi non 39 mesi , come annunciato dall’Enel nella conferenza stampa, ma 18 mesi di tempo, ovvero quasi due anni in meno.
Ai politici di Brindisi e ai sindacalisti chiediamo almeno per una volta di farsi sentire ed obbligare l’Enel a realizzare quel carbonile coperto in 18 mesi, facendoci risparmiare due anni di carbone a cielo aperto.
No al carbone Brindisi
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