Le forze armate libiche stanno avvinandosi a Bengasi, seconda città della Libia e roccaforte degli insorti: ieri sera i militari hanno ingiunto agli abitanti di allontanarsi entro le mezzanotte dai luoghi dove si trovano i ribelli e dai pressi dei depositi di armi, e avvertito che l’esercito sta arrivando. “In 48 ore tutto sarà finito”, aveva in precedenza dichiarato il figlio di Muammar Gheddafi Seif al Islam. Da giorni sotto attacco è anche Misurata, 160 km a est di Tripoli: oggi, ha detto il colonnello, sarà “battaglia decisiva”.
Gran Bretagna, Francia e Libano hanno presentato all’Onu una bozza di risoluzione sull’imposizione di una no-fly zone alla Libia, che include blocco dei voli commerciali, rafforzamento dell’embargo sulle armi e possibilità, almeno sulla carta, di inviare soldati via terra. Il Consiglio di sicurezza tornerà a riunirsi oggi. Anche Washington ha accelerato, auspicando che si voti per approvare la risoluzione e dicendosi favorevole a misure che “vadano oltre” la zona di esclusione aerea.
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