Si è costituito il Comitato provinciale di Teramo “2 sì per l’acqua bene comune” in vista del referendum contro la privatizzazione dell’acqua.
Dopo la grande mobilitazione che lo scorso anno ha portato alla raccolta di oltre 1.400.000 firme in tutta Italia (il più grande risultato mai raggiunto in una campagna referendaria), entro il prossimo 15 giugno gli italiani saranno chiamati a votare sui due quesiti referendari sull’acqua insieme al quesito contro la costruzione di centrali nucleari in Italia.
Al Comitato provinciale di Teramo hanno aderito fino ad ora: le associazioni ambientaliste WWF, Legambiente, Italia Nostra, ProNatura e Mountain Wilderness; il sindacato CGIL FILCTEM; le associazioni di categoria Confesercenti e Confederazione Italiana Agricoltori, oltre alla Lega delle Autonomie; le realtà locali Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, Centro di Educazione all’Ambiente “Peppino Torresi” di Giulianova, Associazione VerdeLaga di Campli, Circolo “Il nome della rosa” di Giulianova, Gruppo di Acquisto Solidale “Oltrefrontiera” di Teramo.
Appoggiano la campagna referendaria in provincia di Teramo anche partiti e movimenti politici come: Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Movimento 5 stelle e Giovani Democratici di Giulianova.
Si tratta delle prime adesioni arrivate. Il Comitato è aperto alla partecipazione di tutte le realtà provinciali e locali.
La battaglia per la difesa dell’acqua contro la sua privatizzazione è fondamentale: privatizzare il servizio idrico vuol dire privatizzare un bene comune come l’acqua e lasciare a grandi multinazionali la possibilità di fare profitti su un bene di cui nessuno può fare a meno. Non vi è alcuna reale concorrenza nell’affidare per 30 anni ad un soggetto privato la gestione di un bene a cui tutti, invece, devono avere il diritto di accedere.
Il referendum offre un’occasione storica per bloccare la privatizzazione dell’acqua e consentire di avviare un nuovo modo di gestione della risorsa idrica.
Purtroppo la gestione pubblica dell’acqua si è trasformata troppo spesso in gestione partitocratica, determinando una gestione poco attenta alla risorsa, spesso caratterizzata da perdite spaventose e spartizioni di poltrone. Ma la privatizzazione non rappresenta la soluzione: dove è stata attuata, infatti, si è registrato un aumento delle tariffe pagate dai cittadini senza nessun miglioramento dei servizi.
Gli obiettivi che il Comitato si prefigge sono:
1) promuovere l’accorpamento dei referendum con le prossime elezioni amministrative di maggio. Così facendo si potrebbero risparmiare circa 400 milioni di euro ed evitare che in molti comuni italiani i cittadini siano chiamati a votare nel giro di poche settimane 2 o 3 volte (a seconda del ballottaggio nelle elezioni amministrative). Il Governo Berlusconi ed in particolare il Ministro Maroni, ben sapendo che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria alla privatizzazione dell’acqua, sono invece orientati a far votare il 12 giugno, vale a dire l’ultima domenica utile, confidando nel mancato raggiungimento del quorum per far invalidare i referendum;
2) favorire l’organizzazione di convegni, dibattiti, incontri e momenti di mobilitazione in tutti i comuni teramani in vista del referendum. Perché i referendum abbiano effetto è necessario che si rechino a votare almeno il 50% più 1 degli aventi diritto al voto. È quindi fondamentale fare una campagna massiccia contro l’astensionismo e per il Sì;
3) raccogliere fondi per la campagna referendaria. I promotori dei referendum non hanno partiti o grandi multinazionali alle spalle. Rappresentano la società civile che si impegna per tutelare un bene comune e per farlo c’è bisogno del contributo di tutti. Per questo hanno lanciato una campagna di donazioni libere ed una di sottoscrizioni. Per quest’ultima modalità sarà possibile “prestare soldi” al comitato promotore del referendum e riaverli indietro in caso di raggiungimento del quorum attraverso la ridistribuzione del rimborso elettorale che la legge attribuisce al comitato promotore quando il referendum è valido.
Il Comitato ha già iniziato ad organizzare incontri.
Martedì 15 marzo si è svolta a Roseto degli Abruzzi una prima assemblea pubblica con la partecipazione di Marco Bersani, uno dei portavoce nazionali del Movimento dei Forum per l’acqua.
Una nuova assemblea pubblica si svolgerà domenica 20 marzo alle ore 16:30 presso la sala delle esposizioni del terminal di San Gabriele ad Isola del Gran Sasso.
Altre assemblee sono previste nelle prossime settimane a Teramo, Giulianova, Alba Adriatica e Montorio al Vomano.
Il Comitato è poi impegnato nell’organizzazione della manifestazione nazionale di sabato 26 marzo a Roma che segnerà l’avvio della campagna referendaria.
I due quesiti contro la privatizzazione dell’acqua
Primo quesito: Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogare queste norme significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni ed impedire la consegna al mercato dei servizi idrici.
Secondo quesito: Si propone l’abrogazione dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini almeno il 7% in più, senza alcun collegamento a qualsiasi programma di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
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