Agis e Federculture: crisi senza precedenti, Istituzioni culturali a rischio

La Biblioteca di storia patria di Napoli, la Biblioteca Nazionale di Firenze e i Cantieri culturali alla Zisa di Palermo sono al momento le istituzioni culturali tra le più a rischio chiusura in Italia. E’ quanto emerge dai dati diffusi oggi da Agis e Federculture nel corso della presentazione delle Giornate Nazionali per la Cultura […]

La Biblioteca di storia patria di Napoli, la Biblioteca Nazionale di Firenze e i Cantieri culturali alla Zisa di Palermo sono al momento le istituzioni culturali tra le più a rischio chiusura in Italia. E’ quanto emerge dai dati diffusi oggi da Agis e Federculture nel corso della presentazione delle Giornate Nazionali per la Cultura e lo Spettacolo, indette per informare i cittadini dello stato di “crisi senza precedenti” che ha investito il settore. Negli ultimi cinque anni, si legge, l’intervento dello Stato sulla cultura è sceso del 30% con il Ministero che, solo tra il 2010 e il 2011, ha visto la sua dotazione decurtata di più di 250milioni di euro e il Fondo Unico per lo Spettacolo ridotto al suo minimo storico: 231milioni di euro, quasi la metà del 2010. I tagli, ma anche le limitazioni imposte agli investimenti in cultura degli enti locali, hanno avuto ripercussioni gravissime su tutto il settore e i casi più gravi riguardano, oltre ai tre citati, Cinecittà Luce, oggi a rischio chiusura con budget ridotto a 7,5 milioni di euro (-55,8% finanziamenti), ma anche l’edizione 2011 della Mostra del Cinema di Venezia (-40%). Rischiano centinaia di posti di lavoro le 69 compagnie e i festival di Federdanza (-50%) e il Festival Letteratura di Mantova perderà il 50% dei finanziamenti del Comune. Colpiti anche i più grandi teatri d’Italia, come il Regio di Torino (al quale, dopo il -36,8% di finanziamenti, rimangono solo 6,7 milioni di euro per le produzioni); La Fenice di Venezia che con il taglio di 3 milioni di euro garantisce stipendi solo fino a luglio; la Scala di Milano, il cui bilancio di 110 milioni conta per il 60% da risorse pubbliche e con i tagli al Fus avrà 25 anziché 32 milioni; il Teatro dell’Opera, che per lo stesso motivo perderà 8 milioni; e il Massimo di Palermo, che con il budget sceso a 27 milioni, tolti i costi fissi, rimane con appena 3 milioni per le produzioni. Costretta a chiudere molte attività come la bibliomediateca, il museo degli strumenti e la Junior orchestra, con perdita di molti posti di lavoro, anche la Fondazione Santa Cecilia, mentre l’Orchestrale Regionale Toscana a fine 2011 si ritroverà con un buco in bilancio di 880mila euro. Il Museo MaMBO di Bologna quest’anno avrà 4,4 milioni in meno e fallisce il progetto di internazionalizzazione della Fondazione La Triennale di Milano, con chiusura della sede di New York per la mancata erogazione di 2 milioni di euro di fondi ministeriali. Contributi ridotti da 800mila a 500mila euro anche per Romaeuropa Festival e disavanzo di 480mila euro per il Castello di Rivoli (To). A rischio chiusura e non più in grado di pagare gli stipendi da gennaio scorso l’Istituto Storico Italiano per il medioevo. E gravissima anche la situazione di tutto il Sistema artistico pugliese, dove la Regione calcola 3 milioni in meno per la Fondazione Lirico Sinfonica del Petruzzelli e dichiara seriamente in pericolo il futuro dei due Teatri Stabili privati Kismet e Koreja, del Festival della Valle D’Itria e il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese.

Daniela Giammusso

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