Da un lato la diversità delle cento, mille città, dei dialetti e delle culture regionali, delle scuole e delle tradizioni popolari. Dall’altro l’unitarietà basata sullo sviluppo di una lingua comune, l’arte, la musica, il teatro. Celebrare l’Unità d’Italia significa anche ricordare la varietà e la peculiarità delle singole regioni. Lo ricorda la grande mostra ‘Regioni e testimonianze d’Italià che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inaugurerà il 31 marzo e che dal 2 aprile al 3 luglio 2011 andrà in scena a Roma nei luoghi del Giubileo 1911, dal Vittoriano a Palazzo di Giustizia, da Valle Giulia a Castel Sant’Angelo e all’Aeroporto Leonardo da Vinci. Opere d’arte, oggetti, fotografie, vite di personaggi simbolo, video, pannelli, racconteranno il patrimonio storico, culturale, tecnologico e industriale delle regioni, ma anche la nuova identità che si è venuta costruendo in 150 anni di vita e più in particolare negli ultimi quaranta. Promossa dalla presidenza del Consiglio dei ministri, unità tecnica di missione e dal Comitato dei Garanti per le celebrazioni dei 150 anni con la partecipazione di tutti i ministeri, la rassegna è stata ideata e curata da Alessandro Nicosia e si avvale della consulenza dello storico Lucio Villari. Louis Godart, consigliere della presidenza della Repubblica per il patrimonio artistico, ha curato in particolare l’esposizione allestita nel Salone Centrale del Vittoriano e dedicata all’arte (‘1861-2011. L’unità dell’Arte Italiana nella Diversità delle Regionì), mentre il regista Giuseppe Tornatore ha selezionato una serie di fotografie che raccontano l’Italia dal 1861 e che saranno esposte vicino ai vari ingressi e sulle pareti esterne dei padiglioni. Dalla Donna in nero di Giuseppe Boldini (1888 circa) del Museo Giovanni Boldini di Ferrara a Passa il Treno, di Giuseppe De Nittis (1878-79), prestato dalla Pinacoteca De Nittis di Barletta, dal bronzo di Marino Marini (1952) arrivato dal Museo Marino Marini San Pancrazio di Firenze fino allo spettacolare Emerging ’82-6, del veneziano Emilio Vedova (prestato dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova), diversi capolavori racconteranno l’arte dell’Italia Unita mettendo in risalto i talenti espressi dalle diverse regioni, di ognuna delle quali sono esposte quattro opere. Poi, in altre sale del Vittoriano, ma anche a Palazzo di Giustizia, a Valle Giulia, nelle Isole Giardini di Castel Sant’Angelo, a Largo Giovanni XXIII ogni Regione – ognuna in un suo spazio – presenterà la propria storia tra passato, presente e futuro attraverso video, documenti, fotografie, manufatti e memorabilia. Al Terminal T3 dell’aeroporto Leonardo Da Vinci, ci sarà infine uno spazio dedicato all’arte del saper fare bene italiano con un manufatto per ogni territorio. Diverse mostre in una, sintetizza Villari nel saggio che sarà pubblicato in catalogo (tre tomi Gangemi) che “raccontano il passato risorgimentale e unitario” e lo rileggono “nell’immagine unica e irripetibile che acquista lo stesso patrimonio artistico (…), nella difesa del ruolo sociale e insieme unitario delle specificità agricole, del ‘gusto’ della cucina italiana, delle genialità artigianali, industriali delle Regioni che, specie nei momenti di crisi economica internazionale, sono rassicuranti punti di riferimento proprio perché ancorati a tradizioni, a sentimenti, a memorie, a costumi, a modi di vivere che il Risorgimento è miracolosamente riuscito a custodire nella grande rivoluzione nazionale, moderna e europea, che nel 1861 ha portato all’Unità d’Italia”.
Silvia Lambertucci
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