Il prossimo 23 marzo, con avvio alle 18,00, presso la Biblioteca di Piazza d´Arti, in via Ficara a L’Aquila, avranno inizio gli “Incontri di Primavera della Bibliocasa”, organizzati dall´Associazione “Bibliobus L´Aquila”, in collaborazione con il Circolo Arci Querencia: tre appuntamenti legati al mondo della lettura e dei libri. Apre la serie Lucilio Santoni, con un argomento di grande interesse: “La Biblioteca di Garcia Lorca”, incontro in cui, partendo da “Il Discorso al paese di Fuente Vaqueros”, pubblicato per la prima volta nel 1986, si esaminerà il ruolo e la figura del grande poeta spagnolo. “Il Discorso”, che fu letto dal poeta davanti agli abitanti del suo paese natale per celebrare l’apertura della prima biblioteca pubblica, è un inno appassionato all’amore per i libri e per la lettura, indispensabili per apprendere “il vero sentimento della libertà” e “il moderno senso della solidarietà e della vita”. Allora Lorca aveva solo trentatré anni ma era già ben noto al mondo delle lettere nei cinque continenti. Venne invitato dal sindaco socialista a celebrare l’apertura di un luogo tanto importante per la cultura. La cui istituzione il poeta auspicava già da tempo. E Federico rispose da par suo, con grande generosità, e pronunciò uno dei più bei discorsi che si possano leggere sui libri, la cultura e la libertà. Lucillo Santoni, nato nel ’63, laurea in Lingue e Letterature Straniere, residente a San Benedetto del Tronto, è poeta, traduttore, studioso di letterature comparate e autore di film in video ed ha pubblicato per Galaad Edizioni, un saggio dal titolo “Liberi e libertà”, contenente sia “Il Discorso al paese di Fuente Vaquero”s, che quattro frammenti giovanili (“Stato sentimentale”, scritto nel 1917; “Meditazione”, “Rovine” e “Pausa”, tratti dall’opera di esordio, Impresiones y paisajes, pubblicata nel 1918), nei quali il poeta andaluso pone, con sorprendente intensità emotiva e ricchezza stilistica, interrogativi e riflessioni che anticipano i temi fondamentali di tutta la sua opera. Santoni, che coordina un laboratorio di poesia nella sua città, collabora alla rivista Pelagos e per la Guaraldi ha tradotto il Moby Dick di Melville, nel corso dell’incontro chiarirà le radici andaluse della poetica dui Lorca, una cultura caratterizzata da una fusione di elementi arabi e gitani, i cui versi cantano passioni umane elementari in una forte compenetrazione di sogno e realtà. Nella sua drammaturgia, poi, Lorca rappresenta il proprio conflitto personale, utilizzando i personaggi per portare sulla scena le sue preoccupazioni e i suoi ideali, anticipando problematiche di grande attualità. Tra i principali rappresentanti del teatro moderno e della moderna poesia, Lorca incentra la sua produzione sui temi del destino e della morte e nei lavori teatrali, oltre a far propria l’eredità dei canti gitani, mutua elementi dei canti tradizionali spagnoli e della poesia surrealista creando immagini sorprendenti e ricercate metafore per mezzo di una lingua spontanea e al tempo stesso colma di raffinato lirismo.
Carlo Di Stanislao
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