Manduria (TA): ronde improvvisate, richiesta di protezione umanitaria

Si vanno rafforzando nei dintorni della tendopoli di Manduria adibita a Centro di identificazione le ‘ronde’ improvvisate: gruppi composti da cittadini della zona, ma anche provenienti dal vicinissimo comune brindisino di Oria, che entrano in azione nelle campagne non appena notano immigrati che sono riusciti a scavalcare la modesta recinzione della tendopoli. Le ‘ronde’ bloccano […]

Si vanno rafforzando nei dintorni della tendopoli di Manduria adibita a Centro di identificazione le ‘ronde’ improvvisate: gruppi composti da cittadini della zona, ma anche provenienti dal vicinissimo comune brindisino di Oria, che entrano in azione nelle campagne non appena notano immigrati che sono riusciti a scavalcare la modesta recinzione della tendopoli. Le ‘ronde’ bloccano gli immigrati e li riportano nella struttura dove li consegnano alle forze di polizia: un fenomeno che sinora non ha provocato danni a nessuno ma sintomo di una situazione che sembra ingestibile col passare del tempo. In previsione degli arrivi di domani si è sparsa voce che stanotte qualcuno intenderebbe organizzare turni di guardia all’esterno della tendopoli, anche magari utilizzando i cani.

C’é una quota elevata di immigrati ospitati nella tendopoli di Manduria che ha chiesto di avviare la procedura per la protezione umanitaria, anche se molti di loro hanno l’aspettativa di andare in altri Paesi. Lo ha detto il responsabile della struttura, l’avv.Nicola Lonoce, parlando con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l’assessore regionale alle Politiche per l’immigrazione, Nicola Fratoianni, durante la visita fatta da questi ultimi alla struttura. “La natura giuridica del campo – ha detto Lonoce – dovrebbe essere quella dei centri di accoglienza o di prima accoglienza. Quindi, dopo il rilascio dell’attestato nominativo con la copia del ‘C3’ (modulo che contiene la richiesta di asilo, ndr), loro sarebbero liberi di muoversi durante il giorno nelle ore stabilite dalla questura, solitamente dalle 8 alle 20, o possono rimanere nel centro. Il regime abituale prevede che, in caso di formalizzazione di richiesta, dopo 35 giorni potrebbero scegliere addirittura di spostare il domicilio altrove eleggendo però un domicilio per le comunicazioni. Non so però – ha concluso Lonoce – se sarà così per l’emergenza attuale”.

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