Dopo due anni l’arte d’Abruzzo ancora al palo

Un flop la ‘lista di nozze’ per il recupero del patrimonio artistico d’Abruzzo lanciata dal premier Berlusconi ai Grandi della Terra riuniti per il G8, che al momento ha raccolto la solidarietà concreta solo di Kazakistan, Francia, Russia e Germania. Incerti e al momento risicati i finanziamenti dello Stato. A due anni dal terremoto, è […]

Un flop la ‘lista di nozze’ per il recupero del patrimonio artistico d’Abruzzo lanciata dal premier Berlusconi ai Grandi della Terra riuniti per il G8, che al momento ha raccolto la solidarietà concreta solo di Kazakistan, Francia, Russia e Germania. Incerti e al momento risicati i finanziamenti dello Stato. A due anni dal terremoto, è ancora più straziante la situazione dei beni culturali d’Abruzzo devastati dal sisma. All’Aquila, di fatto, i restauri sono ancora tutti da cominciare. La situazione è ferma ai puntellamenti, che per di più invecchiano e ora, denuncia la Uil, sono anche a rischio stabilità. Mentre 917 tra palazzi e chiese restano inagibili e 100 edifici devono ancora essere messi in sicurezza. Mancano le risorse. Ma un problema sembra riguardare anche il coordinamento delle operazioni. Per salvare dalle macerie il patrimonio artistico abruzzese, stimava due anni fa il vice commissario di protezione civile Luciano Marchetti – l’ingegnere esperto di ricostruzione arrivato dal Mibac – servono 3,5 miliardi di euro. La cifra raccolta ad oggi è lontanissima dall’obiettivo: 17,8 milioni stanziati dal ministero, 58,3 raccolti dalla protezione civile , 87 in totale dalle donazioni. La delusione più forte è arrivata dagli Stati esteri: tutti si sono commossi di fronte alle macerie, ma in pochi hanno concretamente messo mano al portafoglio. Con il centro storico di Onna o le meraviglie del centro storico aquilano che si sono trovate a subire anche la ‘concorrenza’ di altre sciagure, dall’uragano Katrina ed Haiti fino al Giappone. Tant’é: a due anni da quel terribile 6 aprile, l’unico versamento già fisicamente entrato nelle casse aquilane per i 45 monumenti della cosiddetta ‘lista di nozze’ è quello del povero e generoso Kazakistan, 1,7 milioni di euro come contributo per il restauro della Chiesa di san Biagio d’Amiternum e di San Giuseppe dei Minimi, che sta per partire. Anche la Regione Veneto, che aveva annunciato un contributo di 1,2 milioni per San Marco, con la possibilità di arrivare a 5 milioni, ha offerto alla fine solo 300 mila euro, che sono bastati appena per i puntellamenti. Soldi sicuri sono attesi comunque dalla Russia (fino a 9 milioni e 100 mila euro per Palazzo Ardinghelli e San Gregorio Magno). Di certo c’é anche il contributo della Francia per la Chiesa delle Anime Sante (3 milioni 250 mila che copriranno il 50% dell’importo necessario per il restauro). Mentre il governo tedesco manderà 3,5 milioni per un ‘fuori lista’, la chiesa di San Pietro Apostolo a Onna. Altri contributi sono arrivati da fondazioni bancarie, associazioni, regioni, anche da Porta a Porta e dalla Camera dei Deputati. Ma il conto finale è comunque impietoso: per i 45 monumenti della ‘lista di nozze’ si puntava a raccogliere 450 milioni di euro, il totale delle entrate al lordo dei fondi ‘promessi’ non arriva a 29 (28.617.000) ai quali si aggiungono 9,2 milioni di fuori lista. Un grande lavoro è stato fatto per l’Abbazia di San Clemente a Casauria, nel comune di Pescara, che sarà inaugurata l’8 aprile. Ma nel centro dell’Aquila i restauri devono comunque ancora partire. “Solo puntellamenti e progetti, niente di più”. – denuncia la Uil dei beni culturali. Che lancia l’allarme tempo (“a distanza di 24 mesi l’efficacia di quegli interventi è del 30-40 per cento”) punta il dito sulla qualità degli interventi fatti, alcuni dei quali “eccessivi o sovradimensionati” e denuncia la sparizione di gran parte degli stemmi e dei fregi caduti. Dal sindacato, che chiede si ponga fine al commissariamento, anche una proposta: un piano decennale da finanziare con i fondi dell’ 8 per mille, escludendo il patrimonio ecclesiastico, al quale dovrebbero invece essere versati i soldi direttamente destinati dai contribuenti alla Chiesa. Marchetti si augura di incontrare presto il nuovo ministro Galan e di avere da lui risposte certe. Ribadisce che “Servono almeno 3 miliardi, anche se diluiti nel tempo”. Ricorda le 100 chiese restaurate e riaperte, la generosità dei contributi arrivati da tante realtà d’Italia, le molte cose comunque fatte. “Ma c’é un problema di chiarezza sulle competenze – sottolinea l’ingegnere -. Quello da fare è un lavoro enorme, si dovrebbe avere certezza su chi fa cosa. E Galan dovrebbe poter tenere tutto sotto controllo. A lui si dovrebbe fare periodicamente una relazione”. Salvare il patrimonio artistico dell’ Abruzzo si può, dice Marchetti. “Ma è un’ illusione pensare che si possa tornare alla normalità in breve tempo”. La Chiesa delle Anime Sante, nel centro dell’Aquila, fu costruita per ricordare i morti del terremoto del 1703. Per arrivare ad inaugurarla ci vollero 80 anni.

Silvia Lambertucci

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