Il mondo dei no war si è mobilitato oggi in tutta Italia per protestare contro l’intervento in Libia, per “sostenere le rivoluzioni e le lotte per la democrazia e la libertà, garantire accoglienza e protezione ai profughi e ai migranti, opporsi alle dittature, ai regimi, alle occupazioni militari, alle repressioni in corso”. A promuovere la protesta il Coordinamento2aprile, che raccoglie numerose sigle di associazioni e organizzazioni. Così a Roma alcune centinaia di manifestanti si sono radunati a piazza Navona. Sul palco, allestito da Emergency, ha parlato Gino Strada: “Quando si bombarda si chiama guerra – ha detto il fondatore di Emergency – poi si possono utilizzare tutti gli aggettivi, ma rimane sempre guerra. Il problema non è cosa si può fare ora, ma cosa si poteva fare in questi anni. Cos’ha fatto la politica? Si sarebbero potuti spedire degli ispettori eppure con la Libia in questi anni si è trattato. Ora bisogna abolire la guerra come si è fatto con la schiavitù”. Numerose poi le citazioni celebri contro la guerra, da Brecht a Einstein, da Russell a Mandela, da Bobbio a Quasimodo. Ad un incontro pubblico a Torino, alla “Fabbrica delle idee”, c’era invece don Luigi Ciotti: “ora bisogna lavorare per spegnere l’incendio scoppiato in Libia, non alimentarlo. Bisogna togliere la parole alle armi e ridarla alla politica”, ha detto il fondatore di “Libera” e del Gruppo Abele. Manifestazioni si sono tenute anche a Milano (5.000 persone a piazza Fontana secondo gli organizzatori), Genova, Firenze, Vicenza e altre 35 città, ma anche a Ventimiglia e Manduria, due cittadine pesantemente coinvolte nell’arrivo massiccio di migranti dal Nord Africa. A Ventimiglia, secondo gli organizzatori, un migliaio di persone ha partecipato a un corteo che ha visto anche la presenza di una cinquantina di tunisini che sono stati respinti dalla Francia. A Manduria, le ragioni contro l’intervento in Libia si sono intrecciate alla solidarietà agli immigrati della tendopoli: la manifestazione, cui ha partecipato anche il presidente della Regione, Nichi Vendola, che è intervenuto sul palco insieme a un portavoce degli immigrati, ha visto in piazza qualche centinaio di persone. Sit-in di proteste si sono svolti oggi anche davanti alla base aerea di Decimomannu (Cagliari) – dove sono schierati 22 aerei messi a disposizione della coalizione da Spagna, Olanda e Emirati Arabi Uniti – e nei pressi della Base Usaf di Aviano (Pordenone): questo presidio è durato un paio d’ore, durante le quali sono continuati i voli di numerosi aerei americani di rientro o in partenza per le missioni in Libia. Intanto, da ieri e fino al 4 aprile una delegazione di diverse organizzazioni italiane sarà in Tunisia per una visita di “conoscenza e solidarietà” con la rivoluzione tunisina, su invito delle organizzazioni tunisine che fanno parte del Forum sociale del Maghreb. La delegazione italiana ha incontrato ieri alcuni rappresentanti, che per lunedì, in occasione della visita a Tunisi del premier Silvio Berlusconi, hanno organizzato una conferenza stampa e una manifestazione pubblica “per protestare contro la politica del governo italiano”.
Libia: Popolo della Pace in Piazza Navona, aboliamo la guerra
Il mondo dei no war si è mobilitato oggi in tutta Italia per protestare contro l’intervento in Libia, per “sostenere le rivoluzioni e le lotte per la democrazia e la libertà, garantire accoglienza e protezione ai profughi e ai migranti, opporsi alle dittature, ai regimi, alle occupazioni militari, alle repressioni in corso”. A promuovere la […]
Quando un africano,rischiando la vita, tenta di stanziarsi in europa è perchè vuole recuperare qualche bricciola di ciò che gli europei gli hanno depredato.