Il Sole gode di ottima salute: lo dicono i neutrini studiati dall’esperimento internazionale Borexino nei Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Borexino studia i neutrini di bassa energia emessi dal Sole, prodotti dalle reazioni nucleari nel nucleo solare, e grazie alla sua sensibilità – che lo rende l’unico apparato al mondo in grado di registrare questo tipo di eventi – ha abbassato oltre 10 volte la soglia di energia a cui si osservano e ‘ascoltano’ i neutrini in tempo reale. I risultati dell’esperimento saranno presentati mercoledì prossimo, 13 aprile, alle 15, presso i Laboratori del Gran Sasso ad Assergi (L’Aquila). I neutrini prodotti in una piccola regione attorno al centro del Sole ne escono in 3 secondi, interagiscono pochissimo con la materia che li circonda e mantengono intatte le informazioni sui processi che le hanno generate. La luce, invece, impiega più di centomila anni per compiere lo stesso percorso, subendo interazioni che alterano le informazioni che potrebbe fornire. I neutrini sono quindi un messaggero privilegiato di quanto avviene nel cuore del Sole. I precedenti analoghi esperimenti (SNO in Canada e Superkamiokande in Giappone) hanno osservato solo i neutrini di alta energia provenienti da una catena di reazioni nucleari, che contribuisce solo a una piccola parte dell’emissione solare. I neutrini solari a bassissima energia costituiscono invece oltre il 90% dei 60 miliardi di neutrini per centimetro quadrato, emessi dal sole ogni secondo, che investono la Terra. Borexino riesce a rivelare ogni giorno circa 50 di queste particelle di straordinaria elusività ed è attualmente l’unico apparato al mondo in grado di registrare tale tipo di eventi. Grazie alla sensibilità di Borexino – dovuta all’avanzata tecnologia impiegata – le impurezze radioattive presenti sono 10 miliardesimi di miliardesimi di grammo per ogni grammo di materiale del rivelatore. Solo così è possibile ascoltare i deboli segnali emessi dai neutrini di bassa energia, altrimenti mascherati da segnali della radioattività ambientale. “L’oscillazione dei neutrini – spiega il responsabile della collaborazione internazionale, Gianpaolo Bellini dell’Infn – è un fenomeno di ‘nuova fisica’, non previsto dal Modello Standard delle particelle elementari, e di cui sono ancora da chiarire diversi aspetti. I risultati di Borexino sono tra i più importanti ottenuti in fisica delle particelle “. All’esperimento – che continuerà la sua presa dati per almeno dieci anni, durata di un ciclo della vita solare – lavorano circa cento persone tra fisici, ingegneri e tecnici; vi prendono parte anche le sezioni Infn e le Università di Milano, Genova, Perugia, la Technische Universitat di Monaco, il Max Planck Institut di Heidelberg, l’APC francese, la Jagellonian University di Cracovia, il JINR di Dubna e il Kurchatov Institute di Mosca, gli statunitensi Princeton University e Virginia Polytechnical Institute.
Al Gran Sasso un’antenna in ascolto del sole
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