Carla Arduini, la bizzarria esotica del Grand Guignol

Mercoledì 13 aprile 2011, alle ore 17.00, presso la libreria Colacchi si terrà la presentazione del libro di Carla Arduini Teatro sinistro. Storia del Grand Guignol in Italia (Roma, Bulzoni, 2011). Interverranno la prof.ssa Mirella Schino (Roma Tre), il prof. Ferdinando Taviani (Università degli Studi dell’Aquila) e il regista Fabrizio Pompei. Il volume segue le […]

Mercoledì 13 aprile 2011, alle ore 17.00, presso la libreria Colacchi si terrà la presentazione del libro di Carla Arduini Teatro sinistro. Storia del Grand Guignol in Italia (Roma, Bulzoni, 2011). Interverranno la prof.ssa Mirella Schino (Roma Tre), il prof. Ferdinando Taviani (Università degli Studi dell’Aquila) e il regista Fabrizio Pompei. Il volume segue le tracce dell’attore Alfredo Sainati (1868-1936), cui si deve l’importazione, in Italia, del Grand Guignol, un genere teatrale circondato da una fama decisamente dubbia e che la critica avversò più o meno sempre. Non veniva da Parigi, il Grand Guignol? Non era sbocciato come un fiore velenoso nell’atmosfera sensuale e pericolosa che avvolgeva Montmartre, il quartiere dei divertimenti sbrigliati, delle donnine allegre, degli “apache” – i delinquenti – dal coltello facile? Il Grand Guignol – teatro della paura e della suspense specializzato in casi letali, orribili esperimenti, crisi di pazzia furiosa, atroci vendette e sadici piaceri (come negare la componente erotica delle esecuzioni di inermi fanciulle opportunamente discinte?) – alla critica sembrava assolutamente degno di quel turpe quartiere, una bizzarria esotica che in Italia difficilmente avrebbe trovato seguito. Sainati, contro ogni aspettativa, riuscì invece a imporre “l’indegno e nefasto generaccio”, e dal 1908 fino alla morte non smise di mettere in scena i foschi atti unici del suo repertorio granguignolesco, ottenendo grande successo di pubblico ma chiudendosi altresì in un ghetto decisamente deleterio per la sua fama postuma. Praticamente ignorati dalla storiografia, i quasi trent’anni trascorsi da Sainati nel segno del Grand Guignol raccontano di un attore ambizioso e combattivo, di un capocomico che vide nel genere parigino da lui importato la possibilità di imporsi con la forza dello scandalo e che poi, senza esserne consapevole, finì per regalare ai suoi pubblici piaceri teatrali meno banali di quanto la critica potesse pensare. Non fu proprio il Grand Guignol a servire da esempio al celeberrimo regista russo Sergej Michajlovič Ejzenštejn per illustrare cosa fosse un’“attrazione”? Anche gli spettatori di Sainati, tra svenimenti e malesseri causati dalla tensione spasmodica dei suoi spettacoli, avrebbero potuto fornire qualche spiegazione a riguardo.

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