La NATO continuerà le operazioni militari in Libia fino alla fine delle violenze sui civili con un impegno a garantire tutti mezzi necessari e la massima flessibilità operativa. E’ l’impegno assunto dai 28 alleati al Consiglio Esteri di Berlino, convocato per fare il punto sulla missione militare all’indomani della riunione del Gruppo di Contatto a Doha, in cui è stato stabilito di aiutare finanziariamente il Consiglio Nazionale Transitorio.
“Faremo tutto il necessario per proteggere i civili, così come prevede il mandato delle Nazioni Unite”, ha detto il Segretario Generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen, spiegando che dovranno essere raggiunte tre condizioni: la cessazione totale delle violenze contro i civili, il ritiro di tutte le forze militari e paramilitari del regime di Gheddafi e la garanzia di consentire “accesso pieno e libero” agli aiuti umanitari alle popolazioni che ne hanno bisogno.
I 28 alleati, inoltre, si sono impegnati a “provvedere a tutte le necessarie risorse” e a garantire “la massima flessibilità operativa” nell’ambito del loro mandato, ha riferito Rasmussen, dicendosi “fiducioso” sul fatto che i paesi membri risponderanno alla richiesta di più risorse e spiegando che “c’è bisogno di più aerei in grado di attaccare bersagli al suolo”.
I Ministri degli Esteri della NATO, inoltre, hanno fatto proprie le conclusioni della conferenza di Doha, in particolare “appoggiano fortemente” l’appello del Gruppo di Contatto “affinché Gheddafi lasci il potere”, si legge nella dichiarazione conclusiva.
Il Ministro Franco Frattini ha sottolineato che la riunione ministeriale a Berlino “ha un valore politico molto alto perché per la prima volta vede la NATO e i Paesi arabi parlare di un altro Paese arabo” ed è la dimostrazione della “grande collaborazione e grande sintonia intorno a questi obiettivi”.
Sulla richiesta di un impegno maggiore sul piano militare, Frattini ha ribadito la “riluttanza” del Governo italiano, aggiungendo che una decisione in tal senso sarà presa dal Consiglio dei Ministri a livello collegiale. Per quanto riguarda gli aiuti materiali ai ribelli, il Ministro ha precisato che l’Italia “esclude” la “fornitura di armi pesanti” e che “c’è invece una riflessione in corso sulla possibilità di un sostegno di tipo militare, ma non letale, come strumenti di telecomunicazioni, veicoli, attrezzatura per la visione notturna” per consentire una maggiore autodifesa.
Della crisi libica si discuterà anche al Consiglio NATO-Russia, che concluderà la due giorni berlinese. La Russia e gli altri Paesi emergenti del cosiddetto BRICS (Brasile, India, Cina e Sudafrica), al termine di un vertice in Cina, si sono detti “fortemente preoccupati” per la situazione “nel Medio Oriente, Nord Africa e Africa Occidentale” e hanno condiviso “il principio secondo il quale l’uso della forza va evitato”.
In contemporanea con il meeting dell’Alleanza, al Cairo si è svolta una conferenza Lega Araba-ONU-Unione Africana-UE. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha espresso “grave preoccupazione per l’escalation della violenza e per le violazioni dei diritti umani” ed ha sottolineato “la situazione critica” a Misurata, rinnovando la richiesta per un immediato cessate il fuoco. Ban ha spiegato che gli obiettivi condivisi dalla comunità internazionale, così come è emerso dalla riunione del Cairo, sono porre fine ad ulteriori spargimenti di sangue, l’assistenza umanitaria e l’avvio del dialogo politico.
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