L’inflazione acquisita per il 2011, quella che si registrerebbe se l’indice rimanesse lo stesso per il resto dell’anno, è pari all’1,8%. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi si stabilizza all’1,7%. Mentre al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale all’1,9% dall’1,8% di febbraio 2011. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Unione europea (Ipca) aumenta del 2,2% su base mensile e del 2,8% su base annua (la stima provvisoria era +2,6%), con un’accelerazione di sette decimi di punto percentuale rispetto a febbraio 2011 (+2,1%). A riguardo, l’Istat spiega che “la forte variazione congiunturale è in gran parte dovuta al venire meno dei saldi stagionali”. Guardando ai diversi settori, i maggiori aumenti tendenziali i maggiori interessano i trasporti (+5,5%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+4,5%). Quelli più contenuti riguardano servizi sanitari e spese per la salute (+0,9%) ed abbigliamento e calzature (+1,2%). In flessione risultano i prezzi delle Comunicazioni (-0,5%) e della ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%). Analizzando le città capoluogo di regione, Aosta (+3,6%), Bari (+3,4%), Reggio Calabria, Roma e Milano (per tutti e tre +2,9%) sono quelli in cui i prezzi registrano gli aumenti più elevati rispetto a marzo 2010. Le variazioni più moderate riguardano le città di Palermo (+1,5%) e Trento (+2,0%).
Inflazione: a marzo +2,5, top dal 2008
L’inflazione acquisita per il 2011, quella che si registrerebbe se l’indice rimanesse lo stesso per il resto dell’anno, è pari all’1,8%. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi si stabilizza all’1,7%. Mentre al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale […]
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