La Conferenza delle Regioni ha approvato il riparto del fondo sanitario 2011 che ammonta a 106,4 miliardi di euro. All’intesa tra le Regioni si è arrivati dopo un confronto lungo, a tratti duro, che dura da mesi, e che in questa seduta, durata tre giorni e una notte, ha visto un forte contrasto tra Regioni del sud (in particolare Campania, Calabria e Puglia) e del nord (il Veneto innanzitutto). Le prime chiedevano che tra i criteri da adottare quest’anno ci fosse la cosiddetta ‘deprivazione’, ovvero che si tenesse conto delle condizioni socio-economiche delle popolazioni, notoriamente più critiche al Mezzogiorno, le seconde insistevano sui criteri tradizionali, ovvero il conteggio della popolazione e il ‘peso’ degli anziani. Alla fine è stato deciso di affidare all’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il compito di stilare, nei prossimi quattro mesi, con i tecnici regionali, i nuovi criteri e quest’anno si è partiti dal riparto del 2010 compensando con maggiori risorse quelle Regioni che risultavano più penalizzate dal vecchio riparto. Soddisfatto il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, anche se, ha ammesso “é stato un lavoro molto impegnativo, forse il più difficile degli ultimi anni”. Tuttavia, ha aggiunto, “questa intesa, di cui al momento non darò dettagli, prevede una verifica che faremo più tardi insieme a Luca Coletto, presidente della Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, con il ministro della Salute Ferruccio Fazio, determinante per portare a termine l’accordo”. Sulla Conferenza straordinaria di oggi, ha ricordato, “ha prevalso in tutti i presidenti delle Regioni un giusto senso di responsabilità”. All’inizio, ha ricordato Coletto, “c’erano fratture enormi tra i presidenti ma è stato trovato un punto d’incontro usando il buon senso e lo spirito di solidarietà. Il consenso – ha spiegato – si è retto anche grazie al Ministero della Salute, che non teneva conto di certe situazioni” tra le diverse realtà regionali. La partita è importante: basti pensare che le risorse per la sanità costituiscono ogni anno oltre l’80% dei bilanci regionali. Le difficoltà, quest’anno, sono state rese maggiori anche da ciò che prevede il decreto sul federalismo fiscale regionale: costi standard e benchmark tra le Regioni con le performance migliori si costruiranno infatti, nel 2013, in base ai risultati finali del 2011 nell’amministrazione della spesa sanitaria e chi perderà quest’anno rischia dunque di essere ancora più penalizzato tra due anni. Nel 2012 verranno inseriti nuovi criteri, secondo principi di equità, che si determineranno soprattutto in incrementi del fabbisogno assistenziale. Quindi si lavorerà su criteri come la prevalenza delle malattie, tenendo conto delle aspettative di vita. Inoltre, un gruppo di lavoro si impegnerà per individuare altri criteri che potranno tenere conto delle condizioni socio-economiche e della struttura per età della popolazione. Per l’anno incorso si prevede un riparto del Fondo in grado di favorire un riequilibrio tra le Regioni, che parta dalla più penalizzata, la Campania, e la Liguria, che ha la popolazione con il maggior tasso di anziani. Tesi, questa, confermata dal ministro Fazio, il quale oggi da Genova ha annunciato l’imminente apertura di un tavolo “con le Regioni e Agenas per identificare nuovi criteri, che dovranno essere in prospettiva quella della prevalenza delle malattie, che è il criterio con cui si identifica la spesa sanitaria”. Mercoledì 20 aprile quando il riparto verrà messo all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni, queste ultime avranno già in tasca l’accordo
Valentina Roncati e Paolo Teodori
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