“Difendere i diritti umani e fermare la repressione. Inviare una Commissione d’inchiesta dell’Onu in tutti quei paesi dove sono in corso violente repressioni”. Il pensiero della Tavola della pace, riunita per tre giorni ad Assisi per il 29° Seminario nazionale dedicato a Vittorio Arrigoni, è innanzitutto rivolto a tutte quelle persone che da settimane sono oggetto di una violenta repressione in Siria, Bahrein, Yemen. “Abbiamo il dovere di sostenere concretamente chi sta lottando per la libertà e la democrazia, la dignità, la giustizia” – ha detto Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, concludendo i lavori dell’incontro di Assisi. “I governi occidentali non possono fare la guerra in Libia e fingere di non vedere il sangue che scorre in tanti altri paesi del Medio Oriente”.
“Di fronte alla tragedia che si sta consumando in Libia – ha continuato Lotti – l’alternativa è tra continuare la guerra o fare ogni sforzo per fermarla. Fermarla non vuol dire risolvere il problema. Vuol dire evitare che peggiori. Il primo obiettivo dell’Italia, dell’Europa e della Comunità internazionale oggi deve essere fermare la guerra per fermare la strage di civili, rompere la spirale della violenza prima che la sua morsa diventi troppo stretta. Dobbiamo puntare ad una tregua che consenta di portare aiuto alla popolazione di Misurata e poi raggiungere il cessate il fuoco. La politica deve strappare alle armi il controllo della situazione. Non aggiungerne altre. E’ venuto il tempo di chiudere con i bombardamenti e inviare una vera e propria missione dell’Onu sotto la guida del Segretario Generale in grado di proteggere realmente i civili.”
“Di fronte all’inquietante uccisione di Vittorio Arrigoni chiediamo al governo italiano di fare ogni sforzo perché sia fatta piena luce sulla vicenda e di assumere una forte iniziativa politica per mettere fine all’assedio di Gaza. Ai media e in particolare alla Rai, servizio pubblico, chiediamo di continuare il lavoro di Vittorio: tenere i riflettori accesi su Gaza fino a che il mondo non vorrà scrivere la parola pace in Terra Santa.”
La tre giorni della Tavola della pace nella città di Assisi, che ha visto la partecipazione di oltre trecento giovani, gruppi, associazioni, amministratori locali, insegnanti e giornalisti, si è conclusa con l’approvazione di un ampio piano di lavoro che culminerà con il Meeting dei 1000 giovani per la pace e la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011. “Abbiamo bisogno di ripensare e ricostruire il movimento per la pace a partire da ciascuna delle nostre città. Se davvero vogliamo la pace non possiamo che cominciare dai luoghi dove viviamo promuovendo accoglienza e rispetto dei diritti umani per tutti. A ciascuno di fare qualcosa” – ha concluso Lotti.
La Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli celebra quest’anno il cinquantesimo anniversario della prima edizione pensata ed organizzata da Aldo Capitini. All’indomani della Marcia del 24 settembre 1961 – ha ricordato Mao Valpiana del Movimento nonviolento – lo stesso Capitini volle dare vita al “Movimento Nonviolento per la pace”, per avere a disposizione uno strumento utile al proseguimento delle istanze emerse dalla Marcia stessa e al lavoro “per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, al livello locale, nazionale e internazionale”.
Nel 150mo anniversario dell’Unità d’Italia la marcia Perugia-Assisi intende offrire quest’anno anche un originale e autentico contributo alle celebrazioni ricordando l’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”) e promuovendo una riflessione sull’attualità e le prospettive dell’impegno per la pace in Italia e nel mondo. [GB-Unimondo]
Lascia un commento