Pomeriggio di grande interesse, il 14 aprile scorso a Roma, nella Sala Capitolare del Senato presso il Chiostro di Santa Maria sopra Minerva, a due passi dal Pantheon, per la presentazione della rassegna “Giornate dell’Emigrazione”, giunta quest’anno alla sesta edizione. L’evento, promosso ed organizzato dall’Asmef (Associazione Mezzogiorno Futuro) presieduta da Salvo Iavarone, gode del patrocinio della Regione Campania, del Ministero per gli Affari Esteri e del Senato della Repubblica. Il luogo è davvero superbo. La basilica di Santa Maria sopra Minerva è considerata l’unica chiesa gotica di Roma. Esistente già nell’VIII secolo come oratorio in uso alle monache di S. Basilio, provenienti da Costantinopoli, nel 1275 fu data ai frati predicatori, entrando a far parte d’un complesso conventuale domenicano. Qualche anno dopo iniziò la costruzione della grande basilica gotica, a tre navate, con il sostegno economico di Bonifacio VIII, prendendo ad esempio Santa Maria Novella a Firenze. La facciata, iniziata a metà del Quattrocento, venne completata solo nel 1725, per volere di papa Benedetto XIII. Il tempio custodisce le spoglie di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia, e del pittore fra’ Giovanni da Fiesole, noto sotto il nome di Beato Angelico, proclamato da Giovanni Paolo II “patrono universale degli Artisti”. Nel convento adiacente alla basilica Galileo Galilei, sospettato di eresia per le sue teorie astronomiche, il 22 giugno 1633 abiurò le sue tesi scientifiche. Il convento venne espropriato dallo Stato italiano dopo il 1870. Attualmente il complesso conventuale è occupato dalla biblioteca della Camera dei Deputati e dalla biblioteca del Senato, mentre una parte degli ambienti cenobitici è stata riconsegnata ad una comunità di frati domenicani. Sul magnifico chiostro del convento dà la Sala Capitolare dove si tiene la presentazione delle “Giornate dell’Emigrazione 2011”.
Il parterre è di tutto rispetto, per l’occasione. Letto il saluto augurale inviato dal sen. Maurizio Gasparri, presidente del gruppo parlamentare del Pdl al Senato, anche il sottosegretario agli Affari Esteri con delega agli Italiani nel mondo, Alfredo Mantica, all’estero per un impegno istituzionale, ha fatto pervenire un messaggio dove, tra l’altro, richiama l’attenzione nei confronti dell’emigrazione italiana e sulla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un altro caloroso messaggio di saluto è stato inviato da Severino Nappi, assessore al Lavoro e all’Emigrazione della Regione Campania, nel quale si segnala la necessità che le Regioni operino fattivamente per riuscire a valorizzare le comunità all’estero. Silvana Magalli Rocco, in rappresentanza del Parco nazionale del Cilento, porta il saluto dell’ente anche a nome del suo presidente, Amilcare Troiano, non mancando di ricordare la sua diretta esperienza di figlia d’emigrati in Venezuela. E Tommaso Mitrotti, residente in Argentina, evidenzia come gli emigrati abbiano salvaguardato valori e tradizioni che in Italia si stanno invece perdendo. E tuttavia Italia e Argentina al fondo conservano comuni radici d’identità nazionale, mentre iniziative come queste contribuiscono a rafforzare i legami tra l’Italia e le collettività italiane all’estero.
Tema dell’incontro è “Unità d’Italia ed emigrazioni. Il ruolo della Chiesa e delle opere assistenziali, dalla storia all’attualità, attraverso le loro figure carismatiche”. Nel convegno sono emersi aspetti di notevole interesse e riferiti dati di grande utilità per meglio comprendere un tema sociale di così specifico rilievo, come si riferirà più avanti. Un tema che da anni l’Asmef studia, approfondisce e indaga con un’articolata serie d’iniziative in Italia e all’estero. Nel corso del meeting viene intanto presentato il programma della rassegna del 2011, che prevede una serie di appuntamenti in Italia, con trasferte in Canada e Stati Uniti. Si parte il 6 maggio, con un incontro presso il Museo Regionale dell’Emigrazione “Pietro Conti” di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, quindi il 28 maggio presso Palazzo de Vargas, sede della Fondazione “Gian Battista Vico” di Vatolla, nel Cilento, sarà il Banco di Napoli al centro del dibattito. In particolare, il presidente dell’Istituto Banco Napoli – Fondazione “Adriano Giannola”, assieme ad altri relatori, parlerà del ruolo che il Banco ha avuto nei due secoli scorsi per i tanti emigrati italiani. Il 14 giugno ci si sposta al nord, a Torino, con il sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Scotti. Quindi, il 23 luglio, tappa a Ceppaloni, in provincia di Benevento, con la parlamentare europea Erminia Mazzoni e con il prof. Antonio Giordano, del Board della NIAF. Il 5 agosto si va in Molise, a Macchia Valfortore, in provincia di Campobasso. Nell’occasione, un particolare approfondimento si farà sui 150 anni dell’Unità d’Italia, in relazione al ruolo ed all’incidenza avuti dall’emigrazione italiana in tale periodo storico. Poi doppio appuntamento in Basilicata, in agosto e settembre, a Muro Lucano e Viggiano, ed incontri nelle isole di Ischia e Procida, tra settembre ed ottobre, luoghi che tanti loro figli hanno inviato nel mondo, alla ricerca d’una nuova vita. Infine, come si diceva, sono previste visite alle comunità italiane di Toronto, a fine settembre, e il 12 ottobre a New York, per il Columbus day, come negli anni passati organizzate assieme alla Regione Campania ed al Ministero per gli Affari Esteri.
Tali appuntamenti si aggiungono ai tanti percorsi degli anni precedenti – questa è la sesta edizione delle “Giornate dell’Emigrazione”- che hanno portato delegazioni dell’Asmef in missione nel mondo, negli Stati Uniti (New York), in Argentina (Buenos Aires), in Brasile (San Paolo) e in tante località del territorio nazionale. Tra gli scopi delle iniziative dell’ Asmef, primariamente quello di valorizzare quanto gli italiani hanno fatto oltreconfine, d’approfondire la storia e le storie di tanti di loro, di lavorare ad una sempre più forte relazione tra i nostri connazionali sparsi nel globo ed il Paese d’origine. Il quale, bisogna riconoscere, non sempre fornisce risposte adeguate ai tanti suoi figli che non chiedono benefici economici né chissà cosa, ma spesso solo considerazione ed ascolto delle loro esperienze, in diversi casi difficili e sofferte, come pure attenzione e riconoscimento per il prestigio che in innumerevoli altri casi sono stati capaci di conquistare all’estero con il loro ingegno, con la capacità d’intrapresa e con vite esemplari, contribuendo ad elevare la stima verso l’Italia. Mostre fotografiche, convegni, rappresentazioni teatrali, mostre d’arte: questi ed altri eventi ancora costituiscono occasioni d’incontro sui temi dell’emigrazione che, di anno in anno, l’Asmef svolge in appuntamenti organizzati sul territorio nazionale e in un Paese estero, scelto tra quelli dove è maggiormente significativa la presenza di comunità italiane, campane in particolare. E dunque nel 2008 ciò è avvenuto a New York, nel 2009 a Buenos Aires, l’anno scorso a San Paolo, mentre quest’anno la destinazione è Toronto, la metropoli canadese dove quasi un terzo della popolazione è d’origine italiana.
Riesco a rivolgere qualche domanda a Salvo Iavarone, presidente dell’Asmef, prima che i lavori del convegno entrino nel vivo. “Presidente, quali motivazioni vi spingono ad organizzare le Giornate dell’ Emigrazione?”, gli chiedo. “Abbiamo iniziato così, quasi per gioco – risponde Iavarone – presentando un libro scritto da uno dei principali studiosi dell’argomento, Francesco Durante. Invitammo nel Cilento istituzioni, opinionisti ed emigrati rientrati occasionalmente in Italia; nacque subito un intenso e variegato dibattito che rappresentò, a nostro vedere, la voglia di approfondire i temi e andare avanti nel coinvolgere altri amici ed istituzioni”. “Avete trovato ostacoli? Come finanziate le vostre iniziative?”, gli chiedo ancora. “Chi cerca di far qualcosa nel nostro Paese trova sempre ostacoli. Ma quando si è convinti di far bene e si è portatori di energie positive, si riscontra anche entusiasmo. E sostegni. Riceviamo contributi pubblici e siamo affiancati da sponsor privati”. “Quali realtà avete trovato all’estero?”, gli chiedo infine. “Tantissimi figli del Paese, sovente innamorati di qualcosa. Certamente dell’Italia, che non ricambia adeguatamente”, conclude lapidariamente il presidente dell’Asmef, senza tanti giri di parole. Ed è quanto di più effettivamente lamentano le comunità italiane all’estero.
Hanno inizio i lavori del meeting, dopo una breve introduzione di Valeria Vaiano, direttrice scientifica di dell’Asmef, sul ruolo svolto dalla Chiesa nel mondo dell’emigrazione italiana. Un’opera ancora da indagare a fondo per il suo rilievo, approfondendo il percorso di figure carismatiche che hanno legato il loro nome e la loro missione alle vicende dell’ondata migratoria seguita all’unificazione nazionale. A mettere a fuoco l’impegno della Chiesa cattolica nelle migrazioni pensa mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, che richiama i campi d’impegno della Fondazione nei settori della mobilità migratoria: emigrati italiani all’estero; migranti interni italiani; immigrati stranieri e profughi; rom, sinti, circensi e fieranti; addetti alla navigazione marittima e aerea. In particolare, mons. Perego ricorda l’opera di figure rilevanti della Chiesa che si sono distinte nel mondo dell’emigrazione, come San Giovanni Bosco, Vincenzo Pallotti, Giovanni Battista Scalabrini, Luigi Guanella e Geremia Bonomelli. “Personaggi carismatici – annota mons. Perego – che, oltre alla missione di sostegno e accompagnamento agli emigranti, hanno cercato di favorire anche un’azione politica per la tutela dei diritti di questi ultimi e delle loro famiglie”.
Sulla donna nell’emigrazione italiana, e in specie sulle religiose impegnate tra gli emigrati, relaziona suor Etra Modica, missionaria scalabriniana. “Le missionarie, donne emigrate con e tra gli emigranti italiani all’estero – afferma la religiosa – hanno contribuito a salvaguardare la dignità dei migranti e svolto un servizio di mediazione utile all’orientamento e ad una prima assistenza nei luoghi di arrivo”. Richiama quindi il contributo d’importanti figure religiose femminili, quali madre Francesca Cabrini, madre Assunta Marchetti e suor Adele Brambilla. Sulla figura di Francesca Cabrini, in particolare, si sofferma Mina Cappussi, curatrice con Tiziana Grassi del “Primo Dizionario dell’Emigrazione Italiana” di cui è prossima l’uscita della pubblicazione, segnalando peraltro come tanti parroci di provincia scelsero di seguire i loro parrocchiani all’estero, contribuendo così a mantenere salda l’identità personale e le tradizioni dei luoghi d’origine, oltre ad un forte legame con l’Italia.
Flavia Cristaldi, docente di Geografia all’Università “La Sapienza” di Roma, svolge un’interessante relazione intrattenendosi sul ruolo avuto dai religiosi all’estero, definendo la chiesa luogo d’elezione nel conservare e trasmettere cultura, tradizioni, lingua e identità, portando a conferma dell’assunto una significativa esperienza di emigrati trentini in Bosnia Erzegovina. Il padre scalabriniano Vincenzo Rosato, direttore del Centro Studi Emigrazione in Roma, segnala l’impegno portato avanti dal Centro nella ricerca delle origini della nostra emigrazione, nella riscoperta delle vicende dei pionieri religiosi che seguirono l’emigrazione italiana nel mondo, dove ricrearono luoghi di fede nei quali ciascuno potesse sentirsi a casa, ma anche impegnati ad assecondare la graduale integrazione nel nuovo mondo. A seguire l’intervento del segretario generale dell’Istituto Italo-Latino Americano, Giorgio Malfatti di Monte Tretto, che sottolinea come il nostro Paese sia impegnato a sostenere le comunità latino-americane immigrate in Italia, in forza degli accordi definiti nel corso del summit G8 tenutosi all’Aquila nel luglio 2009, in particolare sulla riduzione dei costi di trasmissione delle rimesse alle famiglie in America latina.
Interviene Pier Luigi Gregori, vaticanista della Rai, con un richiamo alle radici culturali dell’Europa e alla loro importanza, quindi sul principio di libertà d’emigrazione, sancito dalla nostra Carta costituzionale. Infine, il sen. Luigi Compagna, componente della Commissione Affari esteri del Senato, fa il punto sui problemi e sulle difficoltà più evidenti che attualmente riguardano le comunità italiane all’estero, soffermandosi sui dannosi riflessi sulla presenza internazionale dell’Italia, conseguenti alla contrazione della rete consolare, e ai pesanti tagli alle risorse destinate all’assistenza dei connazionali all’estero. Invoca in conclusione una riforma costituzionale in grado di tutelare la presenza internazionale dell’Italia. Ora, specie queste ultime considerazioni svolte dal sen. Compagna, a mio parere sono proprio ferite aperte per gli italiani all’estero. Sulle quali, almeno al momento, il Governo italiano non sembra avere alcuna intenzione di mettere riparo e di cambiare rotta. Da qualche anno a questa parte le politiche rivolte alle nostre comunità all’estero hanno subìto battute d’arresto. Anzi, per chiarezza, hanno fatto più d’un passo indietro.
Goffredo Palmerini
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