Primo Maggio: tensione a Torino, a Bologna divisioni

I fischi e gli insulti alla Cisl e al candidato a sindaco di Torino del centrodestra, le bandiere sindacali bruciate sul palco che gli ‘antagonisti’ hanno conquistato per il contro-comizio, quando i segretari dei sindacati confederali e i rappresentanti delle istituzioni se ne erano appena andati. E’ stato caldo – ma alla fine senza gravi […]

I fischi e gli insulti alla Cisl e al candidato a sindaco di Torino del centrodestra, le bandiere sindacali bruciate sul palco che gli ‘antagonisti’ hanno conquistato per il contro-comizio, quando i segretari dei sindacati confederali e i rappresentanti delle istituzioni se ne erano appena andati. E’ stato caldo – ma alla fine senza gravi incidenti – il Primo maggio di Torino, alla vigilia del referendum sul piano Fiat alla ex Bertone, che divide i sindacati come successe per gli accordi di Pomigliano e Mirafiori. Momenti di tensione anche a Milano, dove ‘Il collettivo dei Corsari’ ha danneggiato alcune vetrine di banche, agenzie interinali e immobiliari. Se nessuno è sceso in piazza a Napoli, e ben pochi a Firenze, diversa è stata l’atmosfera a Bologna, dove la Cgil per la prima volta ha sfilato da sola in una Piazza Maggiore affollata da quasi mille persone, dopo che ieri la Cisl è stata ‘costretta’ all’anticipo dalla decisione dei cugini, che oggi hanno comunque provato a ricucire annunciando la propria “intenzione molto ferma di riannodare i fili di una relazione unitaria”, anche se, ha spiegato l’esponente bolognese Danilo Gruppi, l’avvicinamento deve essere “non ipocrita, franco e che lavora alla convergenza a partire dalle differenze”. Gli sforzi di ricomporre l’unità sindacale, almeno a parole, non mancano, ma questi esempi testimoniano come la strada da percorrere sia ancora lunga. Sul corteo nel capoluogo piemontese mette infatti il suo marchio la protesta di poche decine della cosiddetta area antagonista, che saranno molti di più, alla fine della sfilata quando il palco in piazza San Carlo diventa accessibile – senza alcuna opposizione – ai contestatori. La tensione è salita quando la testa del corteo, al quale hanno partecipato decine di migliaia di persone, aveva appena raggiunto piazza Castello. Alla vista di Michele Coppola, il candidato del centrodestra a sindaco di Torino che ha sfilato al fianco del suo avversario Piero Fassino, sono partiti i primi insulti ‘Fuori i fascisti’, ‘Vattene’. E sono state lanciate alcune uova. Poi la rabbia degli antagonisti si è concentrata sulla Cisl. Contro chi sfilava portando le bandiere bianco-verdi sono stati lanciate finte banconote da 100 euro sulle quali erano impressi i volti del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, del premier Silvio Berlusconi, dell’ad della Fiat Sergio Marchionne e del leader della Uil Luigi Angeletti. Il corteo si è interrotto, un cordone di polizia si è frapposto tra i contestatori e gli iscritti alla Cisl e per mezz’ora la sfilata del Primo maggio è rimasta paralizzata. Poi sul palco, dopo la denuncia della segretaria della Cgil di Torino sulla “vera e propria emergenza” della disoccupazione giovanile, e la condanna del sindaco Sergio Chiamparino ai “provocatori, che sono nemici dei lavoratori e dell’unità sindacale”, sono saliti proprio loro, gli autori della protesta che hanno bruciato tre bandiere della Cisl e della Uil.

Una risposta a “Primo Maggio: tensione a Torino, a Bologna divisioni”

  1. marco45 ha detto:

    Ma vogliamo ancora giustificare questi signori che, se non la pensi come loro, ti insultano, bruciano bandiere e qualcosa di peggio? Vogliamo dire come stanno le cose? Vogliamo dire che urlano “democrazia” e non sanno neppure cosa vuol dire? Mi sembra evidente che sono strumentalizzati e poi anche vergognosamente “condannati” da chi istiga a fare quello che fanno? L’ipocrisia oramai è malattia professionale per gli addetti ai lavori (politici e sindacalisti compresi).

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