Tante le domande che il Vice Presidente vicario alla Regione Abruzzo, Giorgio De Matteis, ha inviato questa mattina in conferenza stampa, al Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente.
Una conferenza stampa definita dallo stesso De Matteis “retorica, perché dei problemi esposti oggi se ne parla da mesi senza avere alcuna risposta”. All’Indomani dell’assemblea cittadina nella quale, ha ammesso De Matteis, “finalmente si è detto che il Piano di ricostruzione si deve fare e che sarà pronto entro il 30 giugno”, il Vice Presidente sottolinea tuttavia la necessità di “dare tempi certi nella valutazione della filiera (Fintecna-Reluis-Cineas, ndr), sperando che ciò venga inserito in un’ordinanza per avere certezza sulla presentazione dei progetti e per verificare le procedure di trasmissione degli stessi”. Tuttavia, per De Matteis i buchi nel piano di ricostruzione non sono solo questi.
La prima questione, su cui De Matteis chiede una risposta è quella che riguarda la manutenzione e gli eventuali danni del progetto C.A.S.E. Dalla primavera 2010 (quando la Protezione civile ha smesso di occuparsene) ad oggi, la manutenzione è costata “oltre 4 milioni di debito verso Gran Sasso Acqua, 1 milione e 800 mila euro, Enel Gas, sempre un milione e 800 mila euro, e Enel energia, 500 mila euro”, ha dichiarato il vice Presidente.
Per cui la prima domanda è: “chi paga, come e attraverso quale meccanismo? Il Comune è autorizzato ad intervenire anche se non ha ancora predisposto un regolamento condominiale?”.
Per De Matteis è necessaria una immediata regolamentazione, “altrimenti si continua ad accumulare debito”. Il progetto C.A.S.E. non sarebbe stato incluso nella pianificazione strategica, è necessario invece avere uno sguardo più ampio e capire “come vengono inseriti nel piano di ricostruzione i 140 ettari di cemento armato del progetto C.A.S.E.”.
Lo stesso discorso vale per aree come Valle Pretara e Collemaggio, il cui destino va inserito “nella riflessione della ricostruzione” -aggiunge De Matteis – “ricostruzione, che non è solo alzare un palazzo”.
Le altre domande riguardano le soluzioni, non ancora rese note, dei problemi inerenti le aree bianche a vincolo decaduto e i manufatti di legno, che crescono in maniera esponenziale e che dovranno anch’essi essere considerati in una politica di ridefinizione urbanistica del territorio.
Un ulteriore quesito è quello inerente la decisione del Tar di inserire nel cratere nuovi comuni, altri 20 rispetto agli attuali 49. anche rispetto a tale questione si chiede al Sindaco di sapere cosa ne pensa e se “è d’accordo con il PD che ha detto che Chiodi non deve ricorrere al Consiglio di Stato”.
Lo sfogo di De Matteis vuole far luce, inoltre, sulla questione degli alloggi inutilizzati, sul trattamento delle macerie di case B e C e sulla gestione dei sotto servizi, temi di cui si parla ma su cui nessuno risponde chiaramente.
Quindi per De Matteis il termine della fine di giugno non è sufficiente, non risponde ai numerose aspettative della gente che vuole sapere “come, dove e quando rientrare a casa”, afferma il rappresentante della Regione. Domande a cui il Comune non risponde, continuando invece a “dare la responsabilità di quello che non va a qualcun altro” (Chiodi e Fontana, ndr).
De Matteis vuole sapere “dove terminano queste contraddizioni e dove inizia l’alibi, perché invece di cercare alibi poco credibili, bisogna cercare risposte”.
La strategia in atto da Cialente, per De Matteis è quella di “abbaiare alla luna”, cioè dell’atto indiscriminato a qualcuno senza “dire chi, come e perché”.
Di fronte alla “tendenza allo scontro” da parte del Sindaco, De Matteis contrappone la proposta di un incontro tra i due tecnici, Daniele Iacovone, consulente alla ricostruzione del Comune dell’Aquila, e Gaetano Fontana, capo della Struttura Tecnica di Missione. I due si incontreranno domani alla prima riunione della Commissione speciale per il terremoto del Consiglio Regionale.
Non sarebbe un problema di carattere personale o partitico, quello sollevato oggi dal Vice Presidente, il quale ha tenuto a precisare: “Se Cialente a me non risponde non è un problema, ma deve rispondere ai cittadini”.
Lisa D’Ignazio
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