Erano i primi anni Sessanta del XVIII secolo quando alcuni padri gesuiti del Collegio di Brera in Milano affidarono a un loro confratello, Ruggiero Giuseppe Boscovich (1711-1787), scienziato illustre di fama europea, la progettazione di un osservatorio milanese, che potesse rivaleggiare con i centri di ricerca più avanzati in Europa. Questo obiettivo si concretizzò nel 1764 con la fondazione dell’Osservatorio Astronomico di Brera.
Per celebrare i 300 anni dalla nascita di Boscovich, il 18 maggio prossimo, si svolge la giornata di studi sul poliedrico scienziato gesuita. Nato a Ragusa, l’attuale Dubrovnik, e formatosi agli studi presso il Collegio Romano della Compagnia di Gesù, Boscovich ha rivolto il suo interesse nelle più svariate discipline: dalla fisica – con l’elaborazione di una nuova teoria per l’unificazione delle forze – all’astronomia, dall’algebra alla geometria, dall’ingegneria civile, ad applicazioni in ottica, geodesia, meteorologia e idraulica. Si cimentò anche nella poesia: la sua opera sulle eclissi di Sole e di Luna fa tornare rievoca il grande poema sulla natura di Lucrezio.
Oltre che scienziato, per la sua vastissima preparazione e in veste di gesuita, fu anche chiamato a svolgere delicati compiti diplomatici. “Il convegno vuole studiare e approfondire la poliedricità di questo scienziato, nella fisica e nell’astronomia, capire quale è stato il suo contributo alla letteratura e all’ingegneria” dice Giovanni Pareschi, direttore dell’Osservatorio Astronomico INAF di Brera. “Per questo abbiamo invitato al convegno illustri e famosi studiosi che si occupano dell’argomento”.
“Ruggiero Boscovich: astronomo, uomo di scienza e di cultura a trecento anni dalla nascita” si svolgerà presso la Sala delle Adunanze dell’Istituto Lombardo a Palazzo Brera (Via Brera, 28) Milano. L’incontro è stato organizzato dall’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera e dall’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, con il contributo dell’Edizione Nazionale Ruggiero Giuseppe Boscovich e della Società Astronomica Italiana.
Marco Galliani-Inaf
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