Giornata di pausa per i pm ascolani che indagano sulla scomparsa e l’uccisione di Carmela Melania Rea, la giovane mamma di Somma Vesuviana uccisa a coltellate nel Bosco delle Casermette di Ripe di Civitella (Teramo). Una giornata dedicata all’esame delle carte, che il pm Umberto Monti ha interrotto questa mattina solo per smentire categoricamente l’ipotesi di un’audizione protetta della piccola Vittoria, la figlioletta di 18 mesi di Melania e Salvatore Parolisi. Una ‘testimone’ impossibile di quanto è avvenuto il 18 aprile a Colle San Marco, dove la coppia si sarebbe recata con la bambina per una scampagnata. Sempre che Melania sia stata lì, perché a dirlo è solo Salvatore e finora non sono stati trovati riscontri alle sue dichiarazioni. Un punto importante, questo, non solo per aprire uno squarcio su quelle ore ancora avvolte nel mistero, ma anche per stabilire una volta per tutte la competenza territoriale fra le procure di Ascoli e Teramo. Finora, infatti, si è assunto che la Rea sia stata ‘rapita’ a Colle San Marco da una persona che probabilmente conosceva, per poi essere portata a forza nella pineta del Teramano e qui uccisa. Di qui, la competenza dei magistrati di Ascoli, territorio in cui è ‘iniziato’ il reato. Nel caso in cui si stabilisca invece che Melania al pianoro di Colle San Marco non c’é mai stata, e che si sia recata – di sua volontà o costretta – al Bosco delle Casermette, l’inchiesta passerebbe ai pm di Teramo. Ma non sembra che la questione, squisitamente procedurale, affligga più di tanto gli inquirenti ascolani, che vanno avanti per la loro strada acquisendo di giorno in giorno elementi utili per risolvere questo giallo angoscioso. Anche se il limbo in cui si trova l’inchiesta a livello di titolarità potrebbe condizionare, in linea teorica, la risposta di un gip alla richiesta, ad esempio, di misure cautelari. Intanto i carabinieri del comando provinciale di Ascoli, al comando del col. Alessandro Patrizio, anche oggi hanno ascoltato – e in alcuni casi sentito per la seconda volta – diverse persone. “Abbiamo fatto passi avanti – commenta il col. Patrizio – e ogni volta che mettiamo un punto è un punto che ci avvicina alla verità”. Bocca cucita sulla natura e l’oggetto delle audizioni, alla ricerca non solo di conferme su tempi, telefonate e quant’altro, ma anche su “atteggiamenti” dei protagonisti di questa vicenda. Oggi un testimone, l’avv. Savino Lolli, ha riferito ai microfoni del Tg3 di aver visto il 18 aprile a Colle San Marco una pattuglia di carabinieri a bordo di un Suv. Erano circa le 16, e Melania era già data per dispersa. L’avv. Lolli ha ipotizzato che Parolisi, non poteva non aver intercettato la pattuglia, ma non la fermò. Domani alle 15, nella chiesa di Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana, accompagnati da una fiaccolata organizzata dagli amici, si svolgeranno i funerali di Melania. Vi parteciperà anche una delegazione del 235/o Rav Piceno, dove presta servizio Parolisi. La delegazione militare sarà guidata dal comandante Ciro Annicchiarico e ne faranno parte anche il vice comandante del battaglione e alcuni colleghi di Parolisi, attualmente in licenza per “gravi motivi familiari”. Sarà presente in veste ufficiale anche il Comune di Folignano dove la donna viveva con il marito e la bambina. Della delegazione faranno parte il sindaco Angelo Flaiani e il parroco don Carlo Lupi. Ci saranno anche alcuni amici della coppia fra i quali, probabilmente, la guarda carceraria Raffaele Paciolla – che inizialmente partecipò alle ricerche chiamato a colle San Marco proprio da Parolisi – sua moglie e l’amica Sonia. Ai primi banchi, tra i familiari della giovane donna, siederà Salvatore, il vedovo ‘non-indagato’, testimone e parte offesa, chiamato però costantemente a difendersi dal sospetto di aver avuto un ruolo nella tragica fine della donna.
Delitto Rea: pm studiano carte in attesa di nuove audizioni
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