Amministrative: Sir, serve nuovo registro, niente scorciatoie

“Non ci sono scorciatoie” e “i risultati chiedono un nuovo ‘registro’ a tutte le forze politiche”. Così il Sir, l’agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, nella sua nota dedicata alle amministrative. “E’ sul concreto dell’amministrare e del buon governare che ci dobbiamo misurare, senza sconti per nessuno. E su questo, e non su altro, […]

“Non ci sono scorciatoie” e “i risultati chiedono un nuovo ‘registro’ a tutte le forze politiche”. Così il Sir, l’agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, nella sua nota dedicata alle amministrative. “E’ sul concreto dell’amministrare e del buon governare che ci dobbiamo misurare, senza sconti per nessuno. E su questo, e non su altro, c’è da scommetterci, – afferma il Sir – si giocherà anche la prossima campagna elettorale politica. Chi la vuol vincere si sintonizzi con gli italiani e lavori su questo registro, da subito”. La nota registra “il dato più clamoroso” di Milano dove la Moratti evita per un pelo “una clamorosa uscita al primo turno” e la “speculare alla facile conferma invece a Torino della coalizione uscente, che con Fassino vince facile”. “Per il resto – rileva l’agenzia – i risultati delle principali città e province disegnano un sistema in faticosa evoluzione, con una notevole varietà di situazioni locali, come è giusto che sia. In sostanza non ci sono sconti per nessuno. E questa è dopo tutto la sola certezza di un turno amministrativo delicato e politicizzato. Non ci sono scorciatoie, non c’è alcuna alternativa possibile al faticoso lavoro quotidiano. Non è tempo di miracoli, verrebbe da concludere, ognuno si rimbocchi le maniche. A partire dal governo e dal suo presidente. Né le forze di protesta, a partire dal movimento Cinquestelle, hanno fatto il pieno: anche per i “grillini” si registra un andamento altalenante”. I ballottaggi, per il Sir, non modificheranno il “dato strutturale” “emerso al primo turno: regge il quadro del bipolarismo, ma fa fatica, tende a sfrangiarsi, anche se più per sgocciolamento che per frattura”. “Forse – è la conclusione – dal moto uniformemente strillato, che ha segnato le successive alternanze, e caratterizza i toni giustizialisti o populistici, è tempo di passare ad un nuovo registro di comunicazione e dunque di azione. Forse chi lo sperimenterà fin da domani rischia di vincere già il secondo turno”.

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