Mercoledì (domani) 18 maggio alle ore 18, presso la Libreria Libernauta a Pescara (Via Teramo, 10), sarà presentato ufficialmente il libro di poesia “Mostri gentili” di Anna Ventura (Edizioni Noubs), con la partecipazione di Lucilla Sergiacomo e Marco Tornar. Anna Ventura è nata a Roma da genitori abruzzesi. Laureata in lettere classiche a Firenze, agli studi di filologia classica ha affiancato un’attività di critica letteraria e di scrittura creativa. Scrittrice tra le più interessanti nel panorama letterario italiano, ha pubblicato raccolte di poesia, volumi di racconti, due romanzi, libri di saggistica. Collabora a riviste specializzate, a quotidiani, a pubblicazioni on line. Ha curato numerose antologie e ricevuto premi e riconoscimenti di prestigio. Di lei si sono occupati critici illustri; sue opere sono state tradotte in francese, inglese, tedesco, portoghese, rumeno.
Che cosa può accadere a una donna, la cui dimora abituale è nel centro di una storica città posta alle falde dei monti, quando per una ragione improvvisa (un sisma che colpisce la città, sfigurandola per sempre, strappando i margini di un’identità collettiva sedimentata nei secoli, cicatrizzata nel corso di numerose generazioni e cullata nei singoli sguardi, nelle ripetute relazioni, adagiata nella eterna quotidianità, stratificata e codificata in codici e leggi e ripetuta in usi e costumi, nei più complessi giochi di potere tra le classi sociali fino a pervenire a una apparentemente pacificante condivisa regola borghese, fatta di minuti privilegi, di ispide ipocrisie, cardinali virtù, invisibili soprusi) ella viene costretta a un trasloco e si ritrova da un giorno all’altro a trascorrere la sua esistenza in una moderna levantina città di mare, dove la trama delle onde si disegna ogni giorno sulle finestre della sua nuova abitazione?
Che cosa può accadere se poi questa donna è Anna Ventura, una delle più interessanti poetesse italiane, se la città caduta in cui dimora abitualmente è L’Aquila e se da un giorno all’altro il mare diventa il suo paesaggio abituale, il verde Adriatico di dannunaziana memoria? Ebbene, l’incontro è straordinario, costituisce l’occasione per tutti noi di assistere all’esplosione di un immaginario che libera simboli e metafore e soprattutto ridisegna il senso della vita con accenti e toni potenti, nuovi, inattesi. Ne scaturisce una ridda di sentimenti, di riflessioni, la rivelazione di un evento, se per evento si intende la possibilità di assistere a un nuovo magico darsi del mondo.
(dalla prefazione di Massimo Pamio)
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