La Cassazione ha respinto il ricorso e confermato la custodia cautelare in carcere per Sabrina Misseri, la giovane accusata di aver ucciso la cuginetta Sarah Scazzi lo scorso 26 agosto ad Avetrana. La difesa dell’indagata parla però di “un successo”, poiché “i supremi giudici hanno indicato la necessità di riconsiderare i nuovi elementi a discarico di Sabrina, come le lettere di suo padre Michele che la scagiona”. Oggi l’avvocato Nicola Marseglia incontra la giovane in carcere a Taranto.
La sentenza della Cassazione è “un successo anche se non apre le porte del carcere” a Sabrina Misseri , si legge in una nota su tgcom. Lo hanno detto i difensori della giovane, riferendosi all’annullamento dell’ordinanza con la quale il tribunale di Taranto aveva rigettato l’appello relativo alla scarcerazione della giovane. Per i difensori la decisione “riapre il processo nei confronti di Sabrina che ormai, per tutti, si era già concluso con la sua colpevolezza”.
“La Suprema Corte – spiega Nicola Marseglia, che ha difeso in Cassazione Sabrina Misseri insieme al professor Franco Coppi – invita a una nuova riconsiderazione degli elementi di prova. Credo che al centro delle motivazioni dell’annullamento ci sia la mancata considerazione delle lettere nelle quali Michele Misseri scagiona sua figlia Sabrina”. Per quanto riguarda il ricorso bocciato dalla Cassazione, Marseglia ricorda che si trattava di quello impostato e definito dai precedenti difensori di Sabrina, prima che lui e – soprattutto – Coppi prendessero in mano questo caso.
Lascia un commento