Le elezioni amministrative sono state “un preannuncio di sfratto a Berlusconi”. Gianfranco Fini interviene ad un seminario di ‘Libertiamo’ e torna ad attaccare Lega e Pdl, accusandoli di avere “l’estremismo” nel dna. E, un anno dopo dalla direzione del Pdl nella quale venne messo fuori dal partito di Silvio Berlusconi, il presidente della Camera rivendica la bontà della sua scelta e di fondare Futuro e Libertà. “Rifarei ancora oggi il gesto con il dito”, ha detto Fini, raccogliendo gli applausi della platea. L’esito del primo turno amministrativo a Napoli ma soprattutto a Milano, dunque, per Fini ha un significato importante per il governo. Quel voto, sostiene, ha suonato come “un preavviso di sfratto per Berlusconi”. E’ vero, il governo arriverà fino alla fine della legislatura grazie ai deputati che “come i tacchini non felici dell’arrivo del Natale” daranno il proprio voto all’esecutivo “per qualche altro mese di stipendio”. Ma il segnale è stato chiaro. E da qui la domanda: “Possibile che a via del Plebiscito – si è chiesto Fini – qualcuno non si accorga che il superamento del berlusconismo che non è accaduto per via parlamentare il 14 dicembre sta accadendo ora per via elettorale?”. Il leader di Fli rivendica le scelte da lui fin qui compiute; ammette di aver fatto errori, “anche se penso siano stati solo errori tattici, non strategici”. La strategia, aggiunge, “la avevamo azzeccata. Abbiamo avuto un conflitto tra ciò che era utile e quanto era giusto. la nostra scelta forse non è stata rispondente al nostro utile, ma era giusta”. Una prima bordata a Berlusconi arriva quando Fini dice: “Quando mi accusa di aver reso impossibile la riforma della Giustizia mi mette sul petto una medaglia”. Ma il siluro più potente arriva poco dopo, quando il presidente della Camera sottolinea che “é l’estremismo a caratterizzare il dna nell’alleanza tra Pdl e Lega”. “Ci sarà una ragione – osserva il leader di Fli – se Berlusconi è stato lasciato da Casini che è un moderato e se poi ha messo alla porta noi quando abbiamo avanzato delle critiche di merito e di metodo. La deriva del Pdl è stata nel parlare non ai moderati, alternativi alla sinistra, ma ai tifosi. Questo modo di operare ha rappresentato il dna dell’intesa più stretta con la Lega. Ma facendo così l’estremismo genera estremismo”. Una conseguenza? il risultato elettorale di Milano dove sono aumentati i movimenti radicali: “all’estremismo del Pdl e della Lega – rileva Fini – la risposta è stata l’estremismo della sinistra radicale e del qualunquismo antipolitico di Grillo”. Insomma, è il suo ragionamento, cresce la moderazione se il confronto è moderato; se invece c’è la boxe, come l’ultimo faccia a faccia tra Moratti e Pisapia poi non c’é da meravigliarsi del risultato. Pisapia ha raccolto tanti voti moderati di gente che non si riconosce in una politica fatta sempre e solo con la bava alla bocca”.
Francesco Bongarrà
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