Dieci componenti dell’assemblea cittadina nata all’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009, sono stati indagati per violazione dell’articolo 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’autorità) per non avere ottemperato all’ordinanza di interdizione all’accesso della ‘zona rossa’ cittadina, emessa dal sindaco per ragioni di sicurezza pubblica. L’inchiesta è in riferimento ad una manifestazione del 17 luglio dello scorso anno, quando una cinquantina di persone, dopo la riunione settimanale in piazza Duomo, entrarono e stazionarono in zona rossa, accompagnate dalla polizia, cantando canzoni popolari. “Noi abbiamo moltissime volte la zona rossa e abbiamo già ricevuto solidarietà da molte persone che si autodenunceranno – ha detto Giusi Pitari, dell’assemblea cittadina -. Lo scandalo é che ci sia la zona rossa e non che noi l’abbiamo superata”. Sui blog cittadini e sui social network ci sono i primi commenti alla vicenda: “Perché il dispiego di forze nella città militarizzata – si legge – serve a colpire i cittadini che vogliono rivedere la loro casa ma non i topi d’appartamento che agiscono indisturbati in mezzo alla città deserta o i vandali che danneggiano quello che altri hanno appena restaurato”.
Foto Manuel Romano
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