Elena, Pm: sfortunatissime coincidenze, nessun dolo

“Non c’era alcuna possibilità di salvare Elena”, dice l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, al termine dell’autopsia svolta nell’ospedale di Torrette ad Ancona su disposizione del pm di Teramo Bruno Auriemma, titolare dell’inchiesta sulla morte della bambina di 22 mesi dimenticata in automobile dal padre. La tragedia di Teramo si è consumata per “un edema cerebrale massivo acuto, […]

“Non c’era alcuna possibilità di salvare Elena”, dice l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, al termine dell’autopsia svolta nell’ospedale di Torrette ad Ancona su disposizione del pm di Teramo Bruno Auriemma, titolare dell’inchiesta sulla morte della bambina di 22 mesi dimenticata in automobile dal padre. La tragedia di Teramo si è consumata per “un edema cerebrale massivo acuto, conseguente alla disidratazione da colpo di calore, dovuta alla permanenza della bambina per varie ore nell’auto”, e i danni erano evidenti. Ora il nulla osta per i funerali è stato già dato alla famiglia. Che ha espresso una volontà decisa: la piccola Elena sarà cremata. A rendere più profondo il suo ricordo, anche la donazione degli organi – il cuore, il fegato, i reni – che hanno ridato la vita a tre bambini: gli interventi sono stati molto delicati, ma le condizioni dei piccoli sono buone. Domani, dunque, potrebbe essere la giornata dell’addio alla piccola, morta dopo tre giorni di coma in terapia intensiva, dimenticata in auto dal papà, il docente universitario Lucio Petrizzi, sopraffatto dallo stress e da una serie di “sfortunatissime coincidenze”. Come le ha definite lo stesso magistrato, che sulla sua responsabilità nella tragedia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Il sostituto procuratore Auriemma ha parlato di “assoluta mancanza di dolo” e, appunto, di “una serie di coincidenze sfortunatissime”, confidando di essersi commosso alla vicenda della piccola Elena e di aver sperato che uscisse al più presto dalla situazione di rischio di non farcela. Lucio Petrizzi è ancora sotto shock, provato dal dolore e dal rimorso. Vorrebbe fermare il tempo e tornare indietro, a quel mercoledì mattina, per accorgersi dei tanti segnali che volevano aiutarlo a ricordarsi della piccola sul sedile posteriore del suo pick-up. Come quando – sono queste le “coincidenze” citate del pm – è tornato al fuoristrada, verso le 11, e ha aperto soltanto la portiera di guida per poggiare un documento (i vetri sono oscurati e dall’esterno non ha visto niente) o quando lo ha chiamato al telefono la moglie per prendere accordi su chi avrebbe ripreso la bimba all’asilo. Quando, intorno alle 13, è tornato di nuovo all’auto per recarsi a pranzo, ha sentito un rantolo provenire dalla parte posteriore dell’abitacolo: si è girato, ma ormai era troppo tardi. Elena era già senza conoscenza, la permanenza sotto al sole dentro l’auto aveva compromesso il metabolismo della piccola. Il suo cervello ha subito un danno così forte da andare i tilt, come l’autopsia ha confermato.

Roberto Almonti

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