Il Centro Estero delle Camere di Commercio d’Abruzzo, in collaborazione con la Camera di Commercio I.A.A. di Pescara, ha organizzato una missione/workshop di importatori del settore agroalimentare a Pescara per offrire loro ed ai produttori abruzzesi l’opportunità di incontrarsi. Il workshop coinvolge 11 operatori provenienti da Regno Unito, Danimarca e Emirati Arabi Uniti e più di quaranta aziende abruzzesi che avranno concrete possibilità di allacciare rapporti di collaborazione e concludere affari nel corso di oltre 150 incontri personalizzati.
L’iniziativa è contemplata nel Programma Promozionale 2011 insieme alla partecipazione ad 8 manifestazioni fieristiche internazionali, che il Centro Estero ha già organizzato in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura della Regione Abruzzo e l’ARSSA. L’attività promozionale congiunta del Centro Estero e della Regione, nel corso degli anni, ha fornito un sostegno considerevole alle aziende esportatrici di alimentari e bevande, dando un forte impulso allo sviluppo del commercio estero del comparto agroalimentare regionale.
Il settore agroalimentare abruzzese può vantare produzioni di eccellenza la cui diffusione ha varcato da tempo i confini italiani. Pasta, olio di oliva e vino, i prodotti tipici della dieta mediterranea, ed altre specialità come conserve, dolciumi, formaggi, tartufi, zafferano e liquori made in Abruzzo sono molto apprezzati non solo in Italia ma incontrano sempre più gradimento anche tra i consumatori di molti paesi esteri.
In sette anni, dal 2003 al 2010, le esportazioni settoriali sono passate da 233 a 384 milioni di Euro, con un incremento di 151 milioni di Euro, pari ad un aumento del 64,8%.
I dati evidenziano come, negli ultimi sette anni, il ritmo di incremento delle esportazioni abruzzesi di prodotti agroalimentari e bevande (+64,8%), sia superiore a quello della media italiana (+49%) con una differenza di 15,8 punti percentuali a favore dell’Abruzzo. Se poi si esaminano i dati per le voci più tipiche dell’export, ossia, vino (+96% vs +45%), pasta (+38% vs +17,7%) e olio di oliva (+149% vs +33%) la disparità di crescita risulta anche più accentuata.
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