La notizia che non avremmo mai voluto leggere è quella riportata da tutti i giornali in questi giorni: inquisiti 10 cittadini del movimento delle carriole, responsabili di aver forzato la zona rossa, quando il Potere impediva di accedere al centro storico. Hanno la solidarietà piena di tutta i cittadini senza pregiudizi e di quanti ritengono che, in un momento di incertezza istituzionale e di imposizioni di divieti, spesso immotivati, i comitati spontanei abbiano scosso le coscienze ed indicato l’esigenza sacrosanta di riappropriarsi del centro storico, anche come segnale per la politica che dissertava in modo inconcludente.
L’auspicio è che arrivi subito l’archiviazione del procedimento, anche perché la magistratura con le scarse risorse di cui dispone ha da dipanare le matasse ingarbugliate degli interessi speculativi e criminali presenti in città e da accertare le responsabilità di chi ha costruito palazzi senza ferro e cemento, causando la morte di tanti aquilani.
D’altra parte, le imposizioni di allora della gestione commissariali non sono diminuite, nonostante gli incontri del tavolo tecnico del giovedì e gli sforzi bipartisan del Consiglio comunale. La ricostruzione è ferma ed i progetti delle case E dormono nella polvere di qualche stanzone delle Caserma della Guardia di Finanza. La delibera consiliare che decideva di non avvalersi della S.G.E. non ha ancora prodotto gli effetti e i Cicchetti, i Fontana, i Petulla’ sotto la supervisione del Super commissario, Chiodi, continuano a far disperare i cittadini aquilani.
Spero che all’impotenza del Comune dell’Aquila ed alla mancanza di incisività delle forze politiche e sociali, non si aggiunga il silenzio dei Movimenti spontanei e dei Comitati che possono rappresentare la voce più genuina del cambiamento necessario per la rinascita della città.
Lelio De Santis
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