Il primo romanzo storico ambientato in Abruzzo nel 1600, scritto da un abruzzese, “Speculum” di Luigi D’Armenio, Edizioni Noubs, sarà presentato lunedì 30 maggio alle 18 presso la sala consiliare della Provincia di Chieti, con la partecipazione dello storico Giuseppe F. De Tiberiis e del critico Umberto Russo. Estate 1647, Lanciano. Sulla scia della rivolta innescata a Napoli dal pescivendolo Tommaso Aniello (Masaniello), il popolo imbraccia le armi. Come altri moti divampati nel Meridione, anche questo viene soffocato nel sangue. Per i capi della rivolta è innalzato il patibolo nell’autunno successivo a L’Aquila, dove si fronteggiano, come guardandosi in uno specchio, i due protagonisti del romanzo: Giovanni, e il colonnello Juan Mendoza conte De Rosiis. Da Lanciano a Venezia, da Milano a Siviglia, si dipana la vicenda di questi due uomini. Un mondo insanguinato, afflitto da guerre, pestilenze e carestie, dove risuonano le voci di avventurieri e di folli inquisitori. Compaiono personaggi presi in prestito dalla storia (il pittore Diego Rodrìquez de Silva y Velazquez; lo scrittore Miguel De Cervantes che, ferito nella battaglia di Lepanto del 1571, lascia la sua spada all’amico Domenico Foscari), oppure anche da altri romanzi (Renzo Tramaglino, colto a Milano nei giorni della carestia e dell’attacco ai forni).
Luigi D’Armenio, di S. Eusanio del Sangro, in provincia di Chieti, è un giovane architetto con spiccate propensioni letterarie e si interessa di pittura e di musica. E’ alla sua opera prima. Per quest’opera inedita, nel 2010, ha vinto il Premio “Guerriero di Capestrano” per la Narrativa. Così la Giuria motivò il conferimento: “Speculum di Luigi D’Armenio, ambientato nell’Abruzzo del 1600, è un romanzo storico, che esprime un progetto tanto ambizioso quanto difficile e complesso. Il pensiero della Giuria è che l’autore sia riuscito nel suo intento, immaginando vicende e avvenimenti di quell’epoca con un rigore documentario e con una spigliatezza non comune; egli ottiene un prodotto straordinario, sicuramente frutto di una lunga ricerca, di una passione non comune. Lo stile è moderno, vivace, i personaggi sono descritti con precisione, la trama racconta l’intrecciarsi di due destini nel corso di vite parallele: da una parte quella del potente, dall’altra quella del popolano. Un affresco che rappresenta forse il romanzo storico più interessante mai realizzato sull’Abruzzo, e D’Armenio potrebbe essere forse definito – ma questo saranno i posteri a decretarlo – il Manzoni d’Abruzzo”.
Giuseppe F. de Tiberiis ha pubblicato numerose opere e scritti sulla questione meridionale e sul brigantaggio, su Ferdinando II, sul pensiero autonomista meridionale, sul giacobinismo teatino, sull’Abruzzo nel Settecento, su Romualdo de Sterlich, su Federico Valignani, su aspetti e figure dell’arte abruzzese. Recente è la sua pubblicazione “Chieti nell’età moderna” (Edizioni Noubs). Umberto Russo ha insegnato all’Università D’Annunzio, pubblicando studi e opere sul De Meis, su Croce, D’Annunzio, Silone, sulla letteratura e sull’arte regionale, sulla storia abruzzese del Novecento e del Settecento, con particolare riguardo alla figura di De Sterlich, nonché ricerche sulle tradizioni locali.
Goffredo Palmerini
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