Gli italiani tengono ancora stretti i cordoni della borsa e la ripresa dei consumi arranca. L’inizio del 2011 delude le aspettative di crescita ed ecco che la Confcommercio si trova a dover rivedere le previsioni date a marzo sulla spesa delle famiglie per il 2011 e il 2012, aggiornandole al ribasso dopo neppure tre mesi. D’altra parte è tutta la macchina economica ad essere in affanno: secondo il presidente dell’associazione, Carlo Sangalli, ci troviamo di fronte a una “crescita troppo fragile che allungherà i tempi del recupero”. Per rilanciare lo sviluppo indica due strade: puntare sui servizi, in particolate sul turismo, e sul Mezzogiorno. Il Sud, stando all’ultimo rapporto dell’organizzazione, sconta, infatti, uno svantaggio che nelle migliori delle ipotesi impiegherebbe 30 anni per essere colmato. Guardando più da vicino il nuovo quadro di previsioni macroeconomiche messo a punto dalla Confcommercio, risultano confermate le stime sul Pil, a +1% nel 2011 e +1,2% nel 2012. A riguardo il direttore dell’Ufficio Studi dell’associazione, Mariano Bella, sottolinea: “La nostra previsione rimane questa” ma, vista la frenata registrata nel primo trimestre dell’anno, “c’é qualche rischio” di una crescita sotto la soglia dell’1%. Quanto ai consumi, la spesa delle famiglie per il 2011 salirà, quindi, solo dello 0,7%, e non più, come calcolato a marzo, dello 0,9%; mentre per il 2012 il taglio porta a +1,2% (dal +1,5%). Il direttore dell’Ufficio studi da una parte ha rassicurato (“penso che nei prossimi mesi avremmo qualche leggero miglioramento in termini di consumi”) ma, ha anche ammesso una pesante eredità: “la prima parte del 2011 è stata molto brutta”. Le difficoltà della ripresa emergono anche dal Rapporto della Confcommercio sulle economie territoriali e il terziario di mercato. Un dato per tutti: secondo i calcoli dell’associazione nel 2012 solo Bolzano e Roma avranno recuperato i livelli di ricchezza pre-crisi, mentre il resto d’Italia sarà ancora indietro. L’organizzazione delle piccole e medie imprese, ricordando le cifre del 2009, fa inoltre notare come la spesa per consumi si concentri solo sulle città settentrionali. Basti pensare che l’esborso medio per abitante nella top ten delle province più “spendaccione”, tutte nordiche, è pari al doppio delle province “maglia nera” in fatto di consumi, tutte meridionali.
Crisi: consumi famiglie fermi, inizio 2011 delude
Gli italiani tengono ancora stretti i cordoni della borsa e la ripresa dei consumi arranca. L’inizio del 2011 delude le aspettative di crescita ed ecco che la Confcommercio si trova a dover rivedere le previsioni date a marzo sulla spesa delle famiglie per il 2011 e il 2012, aggiornandole al ribasso dopo neppure tre mesi. […]
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