L’amarezza e lo sgomento del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete per il nuovo scandalo che si è abbattuto sul mondo del calcio legato alle scommesse su cui indaga la procura di Cremona. Nel giorno dei primi interrogatori di garanzia, il numero uno della Figc ribadisce la necessità di fare al più presto luce sui fatti per garantire la partenza regolare della stagione 2011-2012: “La giustizia sportiva deve fare in modo veloce e fare bene”, ha sottolineato. Chi non è coinvolto nella vicenda è il giocatore Daniele De Rossi per il quale è lo stesso pm di Cremona Roberto Di Martino a dissipare ogni dubbio: “Quella di De Rossi è una sciocchezza – ha detto il magistrato – ho chiesto informazioni ai miei ufficiali di polizia giudiziaria e mi è stato detto che il nome di De Rossi non c’é”. Lo stesso centrocampista della Roma si è detto “indignato e del tutto estraneo ai fatti”. De Rossi incassa anche la fiducia e la solidarietà di Abete che lo definisce “una colonna della Nazionale, e lo resterà a lungo”. Resta il timore che al di là delle 18 partite – tra serie B e Lega Pro – individuate dall’inchiesta di Cremona ci sia un coinvolgimento più ampio, anche della serie A: anche se, al momento, non ci sono riscontri. Il pm di Cremona in tempi brevi, trasmetterà gli atti, o parte degli atti dell’inchiesta, al procuratore della Federcalcio Stefano Palazzi. Quindi scenderà in campo la giustizia sportiva che dovrà tirare le sue conclusioni in tempi rapidi, come chiesto da Abete. Il presidente federale sottolinea che il mondo del calcio non ha difese e assicura intransigenza con chi ha sbagliato. “Sono amareggiato e consapevole che il problema ci sarà anche nei prossimi anni – dice – Il calcio ha bisogno di aiuto, non possiamo accettare che questo mondo venga infangato”. Abete ribadisce i limiti strutturali della giustizia sportiva: “Ricordo ancora che su Calciopoli dopo cinque anni la giustizia ordinaria è ancora al primo grado. Il nostro è un ruolo diverso, la giustizia sportiva deve fare presto ma ha strumenti diversi. Non può far uso delle intercettazioni, non può fare le perquisizioni, non può fare controlli bancari per capire se un assegno è stato o non è stato staccato”. “D’altra parte – rileva – quello delle scommesse è un problema mondiale. La Fifa ha dato 20 milioni di euro all’Interpol, il Cio se ne è occupato e tornerà ad occuparsene il 15 giugno, lo stesso farà l’Uefa chiedendo il sostegno delle forze dell’ordine e della magistratura”. Abete sottolinea la necessità che si rafforzi la “logica della responsabilità e far venir meno l’omertà che è presente nella società italiana, e anche alle volte nel mondo del calcio”. Il presidente della Figc plaude all’operato di forze dell’ordine e magistratura e sottolinea come “il sistema delle scommesse non porta alcun beneficio, al calcio, noi siamo solo soggetti a rischio. Se si può scommettere anche sul numero dei gol fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo secondo, non c’é possibilità di premunirsi nei confronti di comportamenti non corretti”. Intanto, l’Ascoli Calcio, attraverso il proprio legale, l’avv. Mauro Gionni, si è formalmente costituito come parte lesa nel procedimento penale sul Calcioscommesse (nel quale sono coinvolti tre suoi tesserati, Vittorio Micolucci, Vincenzo Sommese e Alex Pederzoli). La società si riserva di costituirsi parte civile laddove si accertassero danni patrimoniali e sportivi cagionati al club dalle condotte degli indagati, oggetto di accertamento da parte dell’autorità giudiziaria.
Calcioscommesse: Abete amareggiato, fare luce presto per garantire avvio stagione
L’amarezza e lo sgomento del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete per il nuovo scandalo che si è abbattuto sul mondo del calcio legato alle scommesse su cui indaga la procura di Cremona. Nel giorno dei primi interrogatori di garanzia, il numero uno della Figc ribadisce la necessità di fare al più presto luce sui fatti […]
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