Civitas Fidelissima trecento foto raccontano immagine gloriosa di Civitella del Tronto

“Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”(Cavalieri Templari, AD 1314). Le trecento foto del prezioso volume di Beniamino Procaccini raccontano la Civitas Fidelissima, la vera gloriosa immagine di Civitella del Tronto (vibratiana ed aprutina) nello spazio e nel tempo, roccaforte indomita dove è possibile ammirare le cinque grandi cisterne per l’approvvigionamento idrico, […]

Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”(Cavalieri Templari, AD 1314). Le trecento foto del prezioso volume di Beniamino Procaccini raccontano la Civitas Fidelissima, la vera gloriosa immagine di Civitella del Tronto (vibratiana ed aprutina) nello spazio e nel tempo, roccaforte indomita dove è possibile ammirare le cinque grandi cisterne per l’approvvigionamento idrico, fatte costruire negli ultimi 500 anni dai progettisti della grande fortezza d’Europa. L’opera del medico e fotografo Procaccini è uno scrigno di splendidi scatti custoditi nella più completa raccolta fotografica mai realizzata sulla nobile cittadina incastonata come un prezioso diamante tra i Monti della Laga in provincia di Teramo. Da osservare, contemplare e vivere in prima persona con il cuore e la mente. Il volume è un chiaro omaggio dell’Autore al proprio paese natale, ad uno dei luoghi storici dell’Unità d’Italia del 1861, in occasione del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia e della fondazione dell’Esercito Italiano. “Beniamino – rivela il poeta camplese Roberto Michilli – ha fotografato Civitella come un innamorato fedele farebbe con la donna che ama tutta la vita. Conosce ogni centimetro quadrato del corpo di lei, eppure la guarda ancora con il senso di meraviglia della prima volta, emozionato come allora. Così le gira intorno da ogni lato, con ogni tempo e ogni stagione, di giorno e di notte, e ne esplora le strade, ne osserva i portoni e le finestre, entra nelle case per mostrarne i tesori, si arrampica sui tetti per guardarla dall’alto e sulle montagne che la circondano per testimoniarne la signoria sulla valle e l’immenso spazio che è abituata a dominare da secoli”. Beniamino Procaccini nasce nel 1952 a Civitella del Tronto (TE). Fotografa dal settembre del 1978. Ha pubblicato volumi fotografici per Egi “Civitella del Tronto” (1991), “Il Colore dei Ricordi” (2001) per Colacchi Editore, “Immagini” (2002), per l’Università degli Studi di L’Aquila “Studying at L’Aquila” (2002). Nel 2006, con il volume “Punti di Vista” (2005) edito da Marte, Procaccini ha ricevuto la menzione speciale alla VII Edizione del Premio Internazionale Orvieto Fotografia. Ha realizzato servizi fotografici per il periodico “Itinerari con il gusto”(Gli Alisei 2004-2005). Per la stessa casa editrice è l’Autore di “Le Colline teramane”. Per la Provincia di Teramo ha ideato il calendario 2001 (Percorsi). Nel 2006 ha pubblicato per i tipi di Marte il volume fotografico “Teramo, città da immaginare”. Dal 2008 è Primario di Anestesia e Terapia Intensiva Cardiochirurgica nell’Ospedale “G. Mazzini” di Teramo. Roberto Michilli descrive nella prefazione l’essenza della Civitas “Fidelissima” che il libro fotografico di Beniamino Procaccini (MarteEditrice) esalta splendidamente nel panorama editoriale internazionale. Oltre 300 fotografie che in 323 pagine stillano storia, arte, natura, emozioni, illuminando spazi e tempi che uniscono il passato al futuro di Civitella passando per il presente della maestosa bellezza di borgo medievale unico al mondo. La chiesa di San Lorenzo, il prezioso busto, il bassorilievo e l’affresco di Sant’Ubaldo vescovo, l’oratorio SS. Suffragio, l’Hotel Zunica, corso Giuseppe Mazzini, via della Pietà, palazzo Ronchi, la Ruetta, l’antico campanello con il drago, i bassorilievi patrizi, il monumento a Francesco I Re delle Due Sicilie AD 1829, la chiesa di San Francesco, la chiesa di S, Maria degli Angeli, palazzo Procaccini-Savi, palazzo Franchi-Scesi, palazzo Ferretti, via Roma, via Ferdinando II di Borbone, corso G. Mazzini, palazzo Jannetti-Scesi, la Fortezza, l’ingresso dal bastione San Pietro, il bastione San Paolo, palazzo del Governatore, la chiesa di San Giacomo, la batteria del Carmine, gli alloggiamenti della guarnigione, piazza del Cavaliere, la seconda piazza d’Armi, la Gran Piazza, la Falsabraga, la cisterna, il Museo della Fortezza di Civitella con le armi storiche (la grande mostra “Civitella 1861” è aperta fino al 30 ottobre 2011), il cippo di confine tra il regno borbonico e lo stato pontificio, la fontana degli amanti, gli eventi: A la corte del Governatore AD 1991, l’Esposizione in fortezza AD 2006, il concorso di bellezza AD 1990, il teatro: Romeo e Giulietta AD 1991, Maria Grazia Cucinotta, Megan Gale e Pippo Baudo al “Val Vibrata Made in” AD 2000, il Premio di Poesia AD 2000, l’Orchestra Città Aperta al Gran Partita Mozart AD 2010, Super Session in concerto AD 2010, i dintorni: il santuario di S. Maria dei Lumi (“Flecte Genu, Dominamque Poli Venerare Viator”), l’abbazia benedettina di Monte Santo, Ripe di Civitella, Villa Passo e la vallata di Ascoli Piceno, le grotte di S. Angelo, la Pineta “Le Casermette” (all’onore delle cronache per l’orribile delitto di Melania Rea nell’aprile 2011), le gole del Salinello, Sant’Andrea, il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Immagini che spaziano da ampie panoramiche su monti e vallate a dettagli e particolari del borgo cittadino (Patientia gloriam parit, AD 1642). Voli pindarici che portano l’osservatore a conoscere Civitella in tutte le sue molteplici sfaccettature: imponente nella vastità dei territori che sovrasta dall’alto dei suoi 589 metri di altitudine, intimistica e raccolta nell’agglomerato urbano che tramanda da secoli storie di vita quotidiana. I ciottoli sulla strada, i tetti innevati, i balconi fioriti, i portoni, le strade. Imponente è la veduta aerea del borgo medievale nella foto di Luigi Altieri. La dimensione umana dei luoghi di ritrovo, come la piazza e le chiese; l’arte, con i monumenti e le opere sacre; la storia, con la fortezza e il museo delle armi; il potere, con i salotti patrizi; la mondanità, con gli eventi di spicco. L’Autore spiega con la suggestione delle immagini il fascino e il magnetismo di Civitella del Tronto, a cui non può non offrire un incondizionato amore da far vivere a tutti, in particolare all’osservatore più attento. Il primo libro fotografico di Procaccini su Civitella risale al 1990, seguito da numerosi altri lavori importanti su Teramo e sulle realtà aprutine. L’Autore oggi ha voluto riprendere quel primo progetto ampliandolo e approfondendolo nel contesto del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia e della fondazione dell’Esercito Italiano. Su Civitella, data l’importanza storica che riveste, sono stati versati fiumi di inchiostro e scritti innumerevoli libri ed articoli. Ma giustamente il volume “Fidelissma” può essere unanimemente considerato il più esaustivo mai realizzato finora in grado di raccontare attraverso le immagini la città in tutte le sue dimensioni. Le note storiche e bibliografiche contenute nel testo, con i relativi siti Internet, lasciano intendere una precisa volontà dell’Autore di delegare alle fotografie il compito di farsi narrazione vivente degli eventi, mentre il testo bilingue (anche in inglese) è indice di una destinazione e valorizzazione mondiale di un’opera che vuole farsi conoscere, amare ed apprezzare ovunque.

La fortezza della Civitas Fidelissima è una delle opere di ingegneria militare più imponenti d’Europa sorte sul territorio italiano. È un bene di tutti. Civitella (dopo Messina e Gaeta) è stata l’ultima roccaforte borbonica a cadere il 20 marzo 1861, tre giorni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia. Il 17 marzo a Civitella sventolava ancora la bandiera borbonica. Cavour era particolarmente preoccupato. Quando gli arrivò il telegramma nel quale si annunciava che Civitella era caduta dopo lungo assedio iniziato il 26 ottobre 1860, tirò un sospiro di sollievo ed immediatamente telegrafò alle cancellerie di Francia e Regno Unito:“dopo quattro giorni di un fuoco vivissimo la Piazza di Civitella del Tronto si è arresa al Generale Mezzacapo”.

I piemontesi poi distrussero la fortezza con un cannoneggiamento durato giorni nel corso del quale vennero sparati 7860 proiettili. Già nel 1559 Civitella aveva resistito all’assedio dei francesi del Duca di Guisa, meritando dal re di Spagna Filippo II l’appellativo di Fidelissima. La fortezza di Civitella (il cui centro storico il 16 maggio del 2008 è stato inserito nei borghi più belli d’Italia), con i suoi 25mila metri quadri, è la seconda in Europa per grandezza (dopo Salisburgo) e conta oltre 43mila visite l’anno. Abbandonata per oltre un secolo, durante i lavori di restauro iniziati nei primi anni Settanta del XX Secolo (conclusi nel 1983) furono fatti dei ritrovamenti giudicati particolarmente interessanti, come lo stemma aragonese raffigurante un leone e le famose cinque cisterne. La fortezza con i suoi 500 metri di lunghezza, è una delle piazzeforti più imponenti d’Europa. Fu l’ultima roccaforte del Regno delle Due Sicilie a non capitolare (si arrese solo per volontà del legittimo sovrano Francesco) alle truppe sardo-piemontesi non ancora “italiane”. Eravamo alla vigilia della fondazione del Regio Esercito Italiano. La campana-faro Maria Fedelissima della fortezza, fu collocata vicino al cannone nel 1980 quando i lavori di restauro erano ancora in corso. In paese non sapevano cosa farne: era un pezzo di bronzo immobile. Fu Bruno Martelli a consigliare di metterla sulla piazzaforte, costituendo un comitato insieme ad alcuni teramani (l’Avv. Nittoli, il gioielliere Graziani ed altri) e raccogliendo dei fondi per metterci un orologio. Così ora può suonare a Mezzogiorno e alle ore 17 tutti i giorni, ricordando a tutti con i suoi rintocchi il messaggio della nostra Storia. La campana era stata fusa negli anni Settanta dai Fratelli Marinelli in Molise. Sul dorso sono cesellati gli stemmi di tutte le associazioni che hanno contribuito a finanziarne la realizzazione. La campana è rimasta per 10 lunghi anni su un palco provvisorio in attesa della sua collocazione definitiva grazie a Bruno Martelli. Viviamo la Storia ogni giorno, ossia camminiamo letteralmente su tesori inestimabili, quasi sempre senza comprenderne la portata e la valenza. Ce lo ricorda questo splendido volume di Procaccini. Il libro è disponibile presso tutte le librerie abruzzesi e sul sito www.marteeditrice.it dove sono illustrate le iniziative editoriali.

Nicola Facciolini

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