Melania: Procura blinda atti, stop a circo mediatico

Mentre in Italia infuriano le polemiche per le fughe di notizie sull’inchiesta P4, la Procura di Ascoli Piceno “blinda” il contenuto di alcuni atti dell’inchiesta sul brutale omicidio di Melania Rea, per il quale é indagato il vedovo Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito, che ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere. I magistrati ascolani […]

Mentre in Italia infuriano le polemiche per le fughe di notizie sull’inchiesta P4, la Procura di Ascoli Piceno “blinda” il contenuto di alcuni atti dell’inchiesta sul brutale omicidio di Melania Rea, per il quale é indagato il vedovo Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito, che ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere. I magistrati ascolani hanno disposto il divieto di pubblicazione del contenuto degli atti e degli accertamenti irripetibili, verbalizzando il provvedimento durante l’interrogatorio del vedovo, assistito dagli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. I quali hanno rinunciato a ritirare la copia dell’interrogatorio, in modo da evitare equivoci e fraintendimenti. Il divieto, sostanzialmente di divulgazione, interessa proprio i legali delle parti e i loro consulenti e riguarda, oltre al contenuto del verbale dell’interrogatorio di ieri, anche l’esito dell’autopsia effettuata dall’anatomopatologo Adriano Taglibracci (che dovrebbe essere depositato a giorni), e i risultati degli accertamenti condotti di carabinieri del Ris. Sono escluse invece le risultanze del lavoro del Ros su tabulati, celle e traffico telefonico, in quanto si tratta di atti ripetibili. Per i pm della procura di Ascoli Umberto Monti, Ettore Picardi, Carmine Pirozzoli e Cinzia Piccioni, è anche un modo per stoppare il circo mediatico che si è scatenato intorno all’inchiesta sulla morte della giovane donna, scomparsa ad Ascoli Piceno il 18 aprile scorso e trovata uccisa a coltellate due giorni dopo a Ripe di Civitella (Teramo), con troupe televisive da tutta Italia di fronte al Palazzo di Giustizia, nonché puntate su puntate di talk show e trasmissioni varie dedicate al caso e, spesso, ai suoi aspetti più pruriginosi. Una sovraesposizione mediatica che potrebbe distorcere qualche testimonianza (“le persone cambiano davanti alle telecamere” commenta una fonte inquirente). Oppure ferire la sensibilità dei familiari della giovane donna. Come è avvenuto per la diffusione del filmino del matrimonio di Melania e Salvatore, che non è stata affatto gradita dal padre Gennaro Rea, dalla madre Vittoria e dal fratello Michele. Dopo avere condannato con durezza la scelta di Parolisi di avvalersi della facoltà di non rispondere, stanno valutando la possibilità di iniziative legali per impedire a chiunque di usare e diffondere quelle immagini. Oggi l’avv. Mauro Gionni, che assiste la famiglia di Melania come parte lesa nel procedimento, ha depositato la richiesta degli atti (il divieto di pubblicazione gli sarà notificato al momento della consegna) e la nomina dei suoi consulenti: il medico legale Claudio Buccelli, (dell’Università di Napoli) e il ricercatore Pierpaolo Di Lorenzo, quest’ ultimo di Somma Vesuviana, lo stesso paese dei Rea. No comment, oggi, dalla Procura di Ascoli Piceno, sugli sviluppi futuri dell’inchiesta: si attende anche il deposito di altri accertamenti tecnici, oltre a quello dell’autopsia, che determinerà automaticamente la trasmissione dell’intero fascicolo a Teramo, se sarà ufficialmente confermato che il luogo del delitto è il Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, e quindi in territorio abruzzese. Intanto Parolisi (ieri apparso piuttosto teso di fronte all’assalto di media e curiosi), è tranquillo, secondo i suoi legali. Per quanto incomprensibile all’opinione pubblica, la scelta di non rispondere ai magistrati è puramente tecnica.

Alessandra Massi

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