Regioni, Comuni e Province alzano bruscamente i rispettivi livelli di attenzione sui contenuti della Manovra, in vista della sua presentazione giovedì in Consiglio dei Ministri. Nel frattempo le prime anticipazioni del provvedimento fanno storcere la bocca a più di un protagonista del mondo delle autonomie locali, che tornano a chiedere di essere informate sulla presenza o meno di eventuali nuovi tagli. Ad aprire il fuoco di fila delle richieste è stato oggi il presidente facente funzione dell’Anci, Osvaldo Napoli, che con determinazione ha chiesto: “Il governo ci convochi immediatamente, non vogliamo scoprire i contenuti della manovra leggendoli sui giornali”. L’Anci, ha proseguito Napoli, vuole aprire un confronto “per studiare gli obiettivi della correzione e ove possibile condividerli con la disponibilità e con quel senso di responsabilità che l’Associazione e i Comuni hanno sempre dimostrato”. Di certo, però, ha avvertito, “questa volta i Comuni non vogliono continuare a finanziare, come è accaduto in passato, il deficit di altri comparti. Il nostro comparto contribuisce al deficit complessivo in modo molto lieve e ha dimostrato fin qui di saper fare il proprio ruolo; ora – ha concluso il leader pro tempore dei Municipi – è il momento di cambiare impostazione, secondo criteri di equità”. Sempre dall’Anci viene il monito del segretario generale Angelo Rughetti che ricorda al Governo che in realtà ai Comuni dovrebbe essere restituito 1 miliardo di euro tra i fondi tagliati lo scorso anno e quindi i Comuni “non dovrebbero essere interessati alla correzione dei conti”. E tutto ciò in virtù del fatto che “i Comuni contribuiscono alla formazione del deficit previsto per il 2012 per il 3,3%, quindi se la manovra complessiva ammonta a 86 miliardi di euro per il triennio 2012-2014, la quota comunale dovrebbe essere pari a 2,9 miliardi, cifra inferiore a quella già prevista per il comparto pari a complessivi 5,5 miliardi di euro”. Pronto a stoppare un eventuale attacco ai Comuni anche il sindaco di Verona Flavio Tosi: “non pensino di tagliare nei Comuni che hanno già dato. Ulteriori tagli sono impensabili. Semmai vadano a colpire i Comuni spreconi che non sono dalle nostre parti”. Ma più in generale il primo cittadino del Carroccio ricorda che “il costo complessivo di tutti gli enti locali d’Italia, Regioni comprese è uguale a quello del sistema dei Ministeri. Una cosa inconcepibile, che indica chiaramente dove tagliare. E’ inammissibile che i Ministeri costino come tutto il resto d’Italia”. Si prepara allo scontro anche il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che proprio per dopodomani ha indetto un incontro straordinario al Cinsedo per esaminare tra l’altro la Manovra di bilancio. “Siamo in una dinamica già nota”, ha affermato oggi dagli schermi de La7: “Il ministro dell’economia Giulio Tremonti trattiene le informazioni per sé e i suoi colleghi di governo non conoscono i conti della finanza pubblica, dopodiché in 10 minuti si approvano le manovre”. Più pacato l’approccio del leader delle Province, Giuseppe Castiglione, che però esprime un ‘no’ deciso all’ipotesi di tagli lineari. Quello che serve, invece, è un forte impulso agli investimenti e l’adozione di “criteri di virtuosità che permettano alle amministrazioni efficienti di sbloccare le risorse per riaprire i cantieri e far marciare l’economia locale”. Magari intervenendo “su quelle voci della spesa pubblica centrale che continuano a crescere, a differenza dei costi delle Province, calati in 3 anni del 10% passando dai 14 miliardi del 2008 ai del 2010”.
Manovra: Regioni ed Enti locali chiedono chiarezza
Regioni, Comuni e Province alzano bruscamente i rispettivi livelli di attenzione sui contenuti della Manovra, in vista della sua presentazione giovedì in Consiglio dei Ministri. Nel frattempo le prime anticipazioni del provvedimento fanno storcere la bocca a più di un protagonista del mondo delle autonomie locali, che tornano a chiedere di essere informate sulla presenza […]
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