Nella città del post terremoto nasce un nuovo giardino botanico, che si aggiunge all’orto botanico pubblico di Collemaggio, riconosciuto monumento messaggero di pace nel 2003 dall’Unesco. Il progetto nasce “da una volontà di intervenire non più solo per ricostruire l’Aquila com’era prima” – ha detto il Presidente della Delegazione Fai L’Aquila, Andrea Tatafiore – “ma per far rinascere un sentimento di equilibrio sociale a partire dalle cose essenziali”, la natura appunto. Tatafiore, promotore del progetto e presidente della Fondazione omonima, l’ha definita “un’iniziativa di respiro internazionale”, perché riguarda la conservazione della biodiversità, tematica cara all’Unesco, istituzione rappresentata questa mattina dalla Presidente della Federazione Italiana Unesco, Maria Luisa Stringa. L’istituzione internazionale promotrice di pace, vuole anch’essa contribuire “a far ripartire la città”, ha detto la Presidente.
Il problema dell’estinzione della flora naturale interessa da anni l’ecosistema mondiale. Come si legge nel documento presentato questa mattina in conferenza stampa, “durante i prossimi 30 o 40 anni circa 60000 specie (il 25% della flora mondiale) potrebbero estinguersi”. Per quanto riguarda l’Italia è riportato un dato allarmante: “circa un settimo delle entità che costituiscono la flora italiana risulta in qualche modo minacciato e ben 29 entità sono ormai estinte, di cui 6 sono perse in maniera irreversibile”.
Un orto botanico è “un punto di riferimento in una città che cerca di ritrovare se stessa”, ha detto Gianfranco Giuliante, Assessore regionale ai Parchi, considerando anche il suo triplice scopo di conservazione, studio e divulgazione al pubblico.
La conservazione passa attraverso l’investimento che interesserà un ettaro di terreno nel nucleo industriale di Bazzano, dove prima scorreva il fiume Vera, con tre sorgenti, oggi ridotte ad una. L’obiettivo è di ripescare l’acqua scesa nella faglia con metodi artificiali e realizzare anche un piccolo laghetto fluviale. Scegliere il nucleo industriale di Bazzano per collocare il giardino botanico è un “segno di forza” – ha detto Tatafiore – “per essere presenti nell’anima della città”.
La conduzione e la gestione futura sono nelle mani dell’Università dell’Aquila e della Federazione Unesco, due motori attivi del progetto insieme al supporto dell’Università di Camerino, della Scuola di Scienze ambientali. Nello specifico al Dipartimento di Scienze Naturali dell’Università dell’Aquila, oggi rappresentato dal Direttore del Dipartimento della Facoltà di Scienze Ambientali Walter Rossi, compete l’attività di ricerca scientifica, per la realizzazione di studi sulla flora, nonché la formazione delle conoscenze da divulgare al pubblico. Le visite nell’orto botanico sono “rivolte soprattutto ai ragazzi” – ha sottolineato il Sindaco Massimo Cialente – “affinché nasca in loro la vocazione scientifica che si sta riducendo nel paese”.
Il costo del progetto è di 400 mila euro, che non verranno chiesti alla collettività , ma che provengono dai contributi della Fondazione Tatafiore, da imprese e da privati cittadini. In particolare, i contributi d’opera professionale e materiale sono del Gruppo Edimo, Gruppo Depurcasa, Todima s.r.l, l’Arch. Raffaele Di Domenico e di altre imprese che stanno aderendo all’iniziativa.
Il giardino come tutta la proprietà, costituita da Banca del Seme e sedi di Fai e Unesco, è privato, ma è aperto a finalità di servizio pubblico.
Il ruolo delle istituzioni è stato di primaria importanza, perché come ha detto Tatafiore “ho trovato una macchina amministrativa attiva e presente”, oggi rappresentate in conferenza dal Sindaco, da Alfredo Moroni, Ass. all’Ambiente, e da Roberto Riga, Ass. all’Urbanistica, per il Comune e dal Presidente Antonio Del Corvo, per la Provincia.
“La conservazione della biodiversità è un gesto d’amore verso le future generazioni”: ha concluso il Sindaco Cialente.
Lisa D’Ignazio
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