L’emendamento che taglia del 30% tutti gli incentivi in bolletta è insensato e rischia di ammazzare un settore, quello delle rinnovabili, che stava recuperando i ritardi del passato e sul quale sta puntando il mondo intero. Il provvedimento annunciato è del tutto privo di senso in quanto mette sullo stesso piano le rinnovabili e altre voci ormai desuete, arretrate e frutto di rendita di posizione che pesano davvero, e inutilmente, sulla bolletta. E’ il chiaro segno di una politica che non sa scegliere e fare il suo mestiere. Il WWF chiede che si taglino le voci vecchie e ingiustificate della bolletta elettrica, voci che nascondono vere situazioni di privilegio e parassitismo: dagli aiuti alle assimilate (prodotti di raffineria inclusi) con il famigerato CIP6, ai regali a grandi consumatori come premio per l’interrompibilità della fornitura, una voce che costa in bolletta circa 600 milioni di euro l’anno e che non ha senso oggi che la capacità di produzione elettrica è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto; per non parlare delle compensazioni per il nucleare ormai chiuso 24 anni fa, e altre voci che certamente si scoverebbero nella “giungla” intricatissima bolletta.
Secondo il WWF, non vanno invece tagliati gli incentivi che garantiscono una leva di sviluppo rispetto agli scenari economici e ambientali futuri sia italiani che europei, in primis quelli alle fonti rinnovabili, tanto più che è di soli pochi mesi fa il provvedimento che ha messo pesantemente mano sulla materia, decurtando molti dei benefici già previsti. Continuare a tagliare il settore che, secondo tutti gli scenari energetici, si deve espandere in modo esponenziale non solo è sbagliato, ma costituisce anche un pessimo segnale per gli investitori: le conseguenze di tale “politica dell’annuncio” potrebbero essere gravissime, e il Paese rischia di pagarle per molti anni.
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