Calderoli: niente sciocchezze su criteri virtuosità, non toccare fondo riequilibrio

“Fino al 2012, tirando la cinghia, la situazione è sostenibile. Poi si psera in un mondo migliore”. Risponde così il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, a chi gli chiede se con i tagli della manovra il federalismo non sia ormai defunto. In un’intervista al Corriere della Sera, Calderoli ammette che esiste un problema legato ai […]

“Fino al 2012, tirando la cinghia, la situazione è sostenibile. Poi si psera in un mondo migliore”. Risponde così il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, a chi gli chiede se con i tagli della manovra il federalismo non sia ormai defunto.
In un’intervista al Corriere della Sera, Calderoli ammette che esiste un problema legato ai criteri di virtuosità per gli enti locali inseriti nella manovra: “Non bisogna fare sciocchezze. Già in passato, con le regole sui virtuosi, sono stati dati soldi agli spendaccioni. I criteri – sostiene – dovranno essere chiari, con un ordine di priorità e con un peso specifico. E saranno le stesse regole che inseriremo nel decreto su premi e sanzioni del federalismo fiscale”.
Il Ministro non ha esitazioni neanche quando si parla del taglio al fondo di riequilibrio: “L’ho detto subito – afferma – è incostituzionale toccare quei soldi, sono delle autonomie locali. I tagli si possono fare benissimo lo stesso, secondo le fasce di virtuosità che avremo definito, senza inpattare sui conti pubblici”. (mv)

 

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