Per non ripetermi in risposte già date ma soprattutto per offrire a me stessa insieme ai miei coetanei il quadro complessivo della nostra questione cercherò di farne un sunto il più stringato possibile.
E’ però per me urgente spiegare il mio punto di vista attuale.
Com’è nella norma la gente che ritiene d’essere stata privata, nel nostro caso crudelmente, dei suoi principali diritti, denuncia l’accaduto e grida la sua protesta (ma soprattutto soffre).
Tutto questo è avvenuto. Lo considero il primo passo per combattere una guerra di legittima difesa e di sacrosante rivendicazioni, ed è bene che sempre più gente, in specie i settantenni, continuino a battersi per il mantenimento dei loro diritti, affinché noi tutti, settantenni e ottantenni, si acquisisca una valenza politica (anche se personalmente ritengo che ciò confligga con l’altra idea democratica di tutela delle minoranze).
Il mio compito però è ora diverso, quello di lasciare l’autostrada della (faticosa) protesta e di avventurarmi nelle vie impervie del come sia realisticamente possibile far trionfare concretamente la verità e la giustizia.
Tuttavia per questo compito è ancora necessario, se non di più, aiutare i politici artefici di questo stupefacente fraintendimento (credere di rendere la viabilità più sicura vessando gli anziani) a conoscere la verità, dalla quale scaturisce la giustizia.
A tale scopo ho pregato il prof. Donato Magi1 di fornire i dati da lui raccolti sull’argomento con i mezzi scientifici che gli competono. La ragione è evidente, i politici non sempre hanno una approfondita conoscenza dei problemi che affrontano fors’anche per mancanza di tempo; non per nulla dispongono di una segreteria che li coadiuva. Spesso però anche questo non basta, occorre da una parte il dialogo diretto con la gente e dall’altra saper trovare il materiale informativo indispensabile che sia di profilo inoppugnabile. Ecco Donato Magi che a me pare rispondere pienamente a tale esigenza, e chiunque può attingere su Internet quanto basta per acquisirne conoscenza.
Ciò premesso torno al proposito di sintetizzare il già fatto.
– Articolo “Ottantenni alla riscossa”.
-Stura dei commenti e scoperta di una tragedia collettiva in atto.
– Identificazione delle gravi lacune, degli errori di valutazione e dell’incostituzionalità della legge Valducci.
– Da qui la Petizione alla Camera dei Deputati.
– Richiesta d’incostituzionalità della legge Valducci da me inviata alla Corte Costituzionale
– Risposta da parte della Corte con la quale mi s’informa della non ammissibilità di un ricorso diretto promosso da un cittadino che però può esprimersi attraverso la mediazione di un giudice. Una alternativa ancora è alla portata del cittadino, quella di presentare un appello al Presidente della Repubblica al quale compete di poter richiedere alla Corte il parere sull’incostituzionalità in questione.
– Da qui l’Appello al Presidente della Repubblica.
– Risultati delle due iniziative: purtroppo ancora nulli.
– Ho infatti riscontrato l’inutilità delle Petizioni, perché solo eccezionalmente vengono discusse nonostante che tutte vengano lette con grande senso di responsabilità dai deputati. Motivo: non si è pensato fino ad ora di destinare uno spazio alle suddette discussioni. Non so se in futuro. Comunque mi pare scandalosamente incredibile.
– Ho poi dedotto l’assenza di certezza dell’utilità degli Appelli (almeno quanto alla necessaria tempestività) perché raggiungono il Presidente, per ovvia necessità di un filtro, soltanto grazie al placet da parte di un corposo segretariato che evidentemente non ha ritenuto urgente il nostro problema del quale viceversa il principale connotato è proprio l’urgenza.
-D’altra parte nessun interessato ha portato il suo caso a conoscenza della magistratura per denunciare il danno subito o previsto, per comprensibile timore di subire ritorsioni dalle Commissioni Mediche Locali (C.M.L.) e quindi di dover rinunciare a priori al tentativo di ottenere l’agognato rinnovo.
-Né era alla portata degli interessati organizzare un’azione di forza collettiva contro quella legge così confusa e contraddittoria, tra l’altro interpretata operativamente nel peggiore dei modi. Per un’azione di massa sarebbe stata necessario oltre al coraggio del rischio di precludersi a priori il detto rinnovo, una disponibilità economica, forza fisica e forza numerica. Ma si trattava di disporre anche di una forza cosiddetta morale perché occorreva dimostrare di aver tentato inutilmente di rinnovare la patente in diverse Commissioni secondo un criterio medico preventivo non applicato nella stessa misura e modi agli altri cittadini e d’essere stati obbligati a subire un parere delle C.M.L. secondo un criterio anticostituzionale, solo perché ottantenni.
-Se non vado errata o che io sappia, conosco un solo caso di ottantenne che ha avuto la determinazione di sottoporsi al giudizio di una seconda C.M.L. con successo, dopo aver subito una bocciatura. So però da varie testimonianze che tale risorsa era sconsigliata per la ragione “che le varie C.M.L. sarebbero l’un l’altra solidali” (rilievo che suppongo non generalizzabile, tuttavia, non essendoci certezze, scoraggiante).
-Con il senno di poi tutti gli aspiranti al rinnovo, non appena consapevoli dell’assurdità e degli eccessi di richieste procedurali dovrebbero congedarsi prima della conclusione dell’esame e presentarsi ad una diversa Commissione.
-Tanto più che è di pubblico dominio l’arbitrarietà di una legge che ha reso operative le C.M.L. senza aver predisposto e chiarito regole uguali per tutte le Commissioni, senza aver predisposto una struttura di controllo sull’operatività delle stesse e senza aver offerto al cittadino gli opportuni strumenti di autotutela.
-Come pure sono oramai di pubblico dominio le modalità (fisicamente e psichicamente) persecutorie cui l’ottantenne è costretto a sottostare, e il grave danno economico che subisce. Gli unici ad ignorarle sono i media. Con ironica amarezza mi complimento con la categoria alla quale io stessa appartengo.
– Le testimonianze sono, che io sappia, solo on line, ma non sono bastate fino ad oggi per svegliare dal letargo una certa politica che stranamente si è attivata senza ragione nel senso sbagliato.
– Non menziono le mie iniziative personali tese alla sensibilizzazione sul problema la gente del “pallottoliere (“quelli che contano”, così designati dal giornalismo comune, a confronto di coloro che non contano nulla, cioè noi.).
– Egualmente non trova il dovuto spazio mediatico il danno che sta subendo l’imprenditoria automobilistica in genere e quella particolare delle minicar, nonostante che siano piombate in crisi di vendite e che stiano procedendo a licenziamenti con non poca sofferenza.
E ora? Che cosa abbiamo trascurato o ignorato?
Sicuramente molto, sopratutto perché accecati dall’urgenza dei tempi degli anziani come è norma in tutte le tragedie del mondo, cioè che l’urgenza dell’immediato manda a picco il futuro. Ma ciò che intriga è chiedersi la ragione dei politici, o meglio di un politico, per aver aggiunto questi ulteriori tragici problemi ai troppi di cui siamo già gravati. E, ripeto, senza motivo.
Ecco perché Donato Magi insiste nel voler rendere di pubblica ragione i risultati della sua ricerca statistica sulla addotta particolare sinistrosità degli anziani che Egli dimostra nient’affatto comprovata. Anzi.
Ma ai miei occhi di semplice scrittrice giornalista di Pace, la giusta insistenza di Magi appare però sproporzionata ai fini dell’economia globale del problema.
Se volessi parodiare un grafico statistico rapportato alla valutazione globale del problema, data per scontata l’insussìstenza della pericolosità anziani, la statistica occuperebbe una fetta minima di un grafico a forma di pizza divisa in spicchi. Non perché meno importante ma in quanto ovvia premessa ampiamente dimostrata e dimostrabile come tutto ciò che è autenticamente scientifico.
Dal mio punto di vista gli spicchi più cospicui li vedrei concernere il danno umano, il danno sociale e il danno imprenditoriale, tra essi un’altra fetta preminente la vedrei soprattutto denunciare il vuoto di una dovuta responsabilizzazione del mondo politico.
Ma poiché il mondo politico si attivizza soprattutto o per spinta popolare o per insistente diffusione mediatica, ecco che un altro spicchio della …pizza è quella appunto riguardante i media, non essendo alla portata degli anziani e dell’urgenza del problema la spinta popolare.
E’ quindi mia opinione che ciò di cui ci dovremmo occupare maggiormente è il grande capitolo della diffusione e che a tutt’oggi ancora vede quale grande protagonista la Televisione.
C’é dunque a questo punto da chiedersi qual é la via per accedere a questo mezzo che dovrebbe essere al servizio della gente. Essendo la Tv uno strumento squisitamente democratico (o così si prefigge di essere), qual è la via già programmata in tal senso a disposizione del cittadino?
Una volta c’era la Tribuna dell’Accesso consistente in uno spazio di dieci minuti in orario di scarsa presenza di pubblico, cui potevano partecipare soltanto le associazioni; ignoro quali siano oggi gli spazi destinati ai problemi inerenti alla difesa dei diritti umani dei cittadini.
Prima nostra cura sarà quindi quella di rimediare alla nostra disinformazione, non so se per nostra responsabilità o piuttosto per intrinseca difficoltà a orientarsi nel sistema Tv.
Tuttavia
Nonostante tutto quel che ho detto ritengo sia una assolutamente inammissibile trascuratezza ignorare la portata della realtà statistica cui è giunto Donato Magi grazie alla sua competenza.
La realtà statistica che secondo me vuole dire la verità in assoluto quando trattasi di valutazioni concrete e specifiche.
Si tratta del risultato di una accurata ricerca che ha condotto ad una documentazione veramente sorprendente e cioè che con ’invecchiamento della popolazione la grave sinistrosità su strada tra il 2002 e il 2009 è tangibilmente diminuita.
Io stessa non l’avrei mai supposto, caso mai mi sarei attesa un costante livello o piuttosto un aumento – parliamo della jattura sinistri mortali a responsabilità del conducente – grazie all’incremento della mobilità su gomma. Allora come non dirsi – lo ripetiamo, visto che i suddetti dati sono incontestabili – che la ghigliottina Valducci appare ancora di più sconcertante perché del tutto immotivata, e per noi inoltre vistosamente imbarazzante visto che la grave cantonata in cui è incorso l’on. Valducci mette in crisi anche la nostra responsabilità di elettori?
Ma andiamo per gradi e vediamo di comunicare con un linguaggio colloquiale le fasi della ricerca effettuata da Donato Magi; ci provo sebbene in estrema sintesi, rimandando il lettore per il lato tecnico alle fonti originali.
Mediante elaborazione SIMS su dati ACI e Istat veniamo edotti sulla complessità delle valutazioni in fatto delle tragiche responsabilità del conducente attraverso 5 Grafici e due Tabelle.
Grafico 1: dimostra che dal 2002 al 2009 gli incidenti stradali con responsabilità accertata del conducente sopra gli 80 anni d’età, con morti e feriti, sono diminuiti da 160 a 40. Come si vede si tratta di un divario enorme.
Grafico 2: dimostra che l’invecchiamento della popolazione (con particolare riferimento oltre gli 80 anni) anno dopo anno conduce a un graduale calo degli incidenti stradali con diminuzione dei morti e dei feriti.
Grafico 3: analizza mediante una suddivisione in responsabilità di questi gravi incidenti a seconda delle varie fasce d’età. Si legge in esso che la fascia d’età più compromessa quanto a causa d’incidenti mortali va dai 20 ai 39 anni, con particolare incidenza tra i 20 e i 24 anni, mentre la fascia d’età con meno incidenti mortali è quella degli ottantenni.
Grafico 4: forse –se possibile- la più eloquente, mostra la sinistrosità nel 2009 calcolando il numero dei morti e dei feriti in rapporto a 100.000 abitanti della stessa classe d’età.
Grafico 5 : prende in considerazione la variazione percentuale del numero dei morti per incidenti stradali dal 2001 al 2009.
Tabelle
La prima tabella illustra numericamente il decremento delle gravi sinistrosità, cioè con morti e feriti, di tutta la popolazione, contemporaneo ad un forte incremento del popolo degli ottantenni.
La seconda tabella (da leggere in uno con il grafico 4) è ulteriormente e particolarmente significativa perché scandisce la responsabilità dei sinistri mortali addirittura su ben 17 fasce d’età (da 19 a 99 anni) secondo un rapporto tra morti e feriti di ciascuna classe d’età e 100.000 abitanti appartenenti alla stessa classe d’età, cioè secondo un criterio specifico biodemografico che è statisticamente molto significativo. Non entro nei particolari tecnici biostatistici perché non sarei seguita se non da esperti di statistica, oltre tutto non essendolo, esperta, io stessa.
Tutto ciò però mi porta a pensare che l’assurdità della legge Valducci dipenda proprio dall’essere stata del tutto trascurata la Biodemografia, elemento fondamentale della Biostatistica, nonostante sia di comune consapevolezza che tra età anagrafica e età biologica ne corre di differenza e, spesso non si tratta davvero di poca cosa.
Qui aggiungo: quando è in ballo la vita di un individuo è proprio sulla differenza, o meglio sulla personalizzazione di ogni singolo caso deve puntare una Medicina degna di questo nome anzi che trattarci come fossimo cloni, come spesso accade nelle C.M.L.
Purtroppo sappiamo bene la politica, in specie quella dei contesti non democratici, ma non solo, ha sempre attentato all’indipendenza dei medici (vedasi la psichiatria di stato sovietica o certi medici del nazismo, o i medici coinvolti nelle tecniche d’esecuzione delle condanne a morte o nella tortura). La domanda che mi pongo dunque è la seguente: “E’ lecito che un politico elabori una legge e la renda operativa senza aver studiato a fondo al di fuori dei luoghi comuni la materia in giudicato?”
Eppure Magi aveva inviato i suoi risultati in tempo utile all’on. Mario Valducci.
Quale il motivo di tale grave, non so come chiamarla, trascuratezza?
Io non sono riuscita a trovare altra risposta se non quella che trattasi di trascinamento mediatico del luogo comune, meglio, dei luoghi comuni. Qualche esempio? Se un anziano facendo una manovra prende in pieno un vaso di fiori, o un parafango di una macchina, o scalfisce superficialmente un muro, provoca derisione e non pochi sono indotti a pensare e a dire anche a voce alta che sarebbe meglio rinunciasse a guidare. Viceversa nel caso che ciò fosse opera di un giovane nessuno avrebbe nulla da eccepire perché non ne avrebbe il tempo, la manovra il giovane la compie in un battibaleno ed è già scomparso a motore imballato dall’orizzonte. E la TV ? Quando si annunciano gli incidenti, se trattasi di anziani, se ne precisa puntualmente l’età, mentre per tutti gli altri, salvo i giovanissimi, no. Ma su i luoghi comuni ci sarebbe da parlare a lungo e non ne è qui il caso.
L’aver fatto l’accostamento tra giovanissimi e anziani mi ha riportato mentalmente a galla un altro interessantissimo dato fornito da Donato Magi, il seguente (riporto testualmente le parole scritte dal Magi: “La sola esclusione dalla patente dei giovani appartenenti alla classe 20-24 anni (numericamente paragonabile a quella degli ultraottantenni) ridurrebbe statisticamente del 12,8% la quota di conducenti morti e feriti e d’incidenti stradali. Una quota di fatto dieci volte maggiore di quella attribuibile (1,3%) all’intero insieme degli over 80.”
Per ora mi fermo qui, e ringrazio il prof. Donato Magi.
Ma … può un politico permettersi d’ignorare tutto ciò?
Gloria Capuano
gl.capuano@tin.it
1) Donato Magi – Fondamenti di biostatistica. SUMAI Ed. 2008
2) Donato Magi – Over 80 <versus> on. Valducci – Salento Vivo, 2011
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Condivido in tutto,non so aggiungere altri argomenti al riguardo.Sono senza patente da novembre e se devo andare da qualche parte mi devo fare accompagnare da mia moglie o da qualche altra persona.A settembre riprovo a presentarmi presso la medesima comissione,sperando, che leggano meglio le informazioni mediche che presentero’.
Condivido in tutto,non so aggiungere altri argomenti al riguardo.Sono senza patente da novembre e se devo andare da qualche parte mi devo fare accompagnare da mia moglie o da qualche altra persona.A settembre riprovo a presentarmi presso la medesima comissione,sperando, che leggano meglio le informazioni mediche che presentero’. Mi sembra di essere ai domiciliari.
E’ prevista la possibilità di richiedere una nuova visita presso una Commissione diversa (ovviamente, quella di un Capoluogo diverso se la Provincia di residenza ne ha solo una). Merita ricordare che ove (malauguratamente) si ripetesse il giudizio negativo la Legge consente di ricorrere – tassativamente entro 120 giorni – al TAR o avanzare ricorso straordinario al Capo dello Stato oppure richiedere – a proprie spese – una nuova visita medica all’Unità sanitaria territoriale RFI (Rete Ferroviaria Italiana). p.a.