Melania Rea: Parolisi, da parte lesa a presunto killer

Da parte lesa a presunto assassino: é la parabola di Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito vedovo di Melania Rea, ma per la Procura di Ascoli (e il gip che ha dato ragione ai magistrati) uxoricida della peggior specie, perché avrebbe infierito sulla donna con crudeltà, per poi deturparne il cadavere. Ma chi è Salvatore? Un […]

Da parte lesa a presunto assassino: é la parabola di Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito vedovo di Melania Rea, ma per la Procura di Ascoli (e il gip che ha dato ragione ai magistrati) uxoricida della peggior specie, perché avrebbe infierito sulla donna con crudeltà, per poi deturparne il cadavere. Ma chi è Salvatore? Un suo difetto? “Parla troppo”. Un pregio: “E’ bellissimo”. Così lo descrive una Melania raggiante ‘intervistata’ per il filmino del matrimonio. E in effetti un bel ragazzo lo è, Salvatore. Comunque aitante, con i suoi 30 anni, l’aria spavalda del soldato che ha fatto anche importanti missioni in Kosovo e Afghanistan, i vestiti alla moda sempre scelti nelle tinte pastello. Si può capire perché ha fatto girare più di una testa tra le soldatesse che addestrava al Rav Piceno. “Insegno lealtà, sacrificio e formalità”, scandisce Parolisi con la voce tremante per le lacrime trattenute in una delle sue prime interviste televisive. Una dichiarazione che oggi, alla luce delle accuse, suona sinistra ma in un modo beffardo. Almeno la lealtà, quella il bel caporale non l’ha dimostrata alla moglie Melania, che gli aveva dato il suo cuore e una bimba deliziosa, Vittoria. Perché essere un po’ sottaniere passi, ma la storia con una soldatessa di cui era stato istruttore, Ludovica P., grandi occhi verdi e un fisico mozzafiato, va oltre, tanto da costituire per l’accusa il possibile movente dell’omicidio di Melania. Insomma, questa non è più la vita privata di Salvatore, è la molla stessa della sua presunta furia omicida. Parolisi, si convincono via via inquirenti e investigatori, che all’inizio lo trattano con il rispetto dovuto a chi ha perso la moglie in modo così tragico, è un bugiardo. E su questo non ci piove. Nasconde le sue scappatelle, e quando succede l’irreparabile, invece di mettersi in cerca con tutti gli altri della moglie ‘scomparsa’, si precipita in caserma a cancellare il suo profilo Facebook, dove chattava con Ludovica con l’avatar spiritoso di ‘vecio alpino’. Poi infila il cellulare ‘dedicato’, per le conversazioni con l’amante, in un sacchetto e lo nasconde nel campo sportivo di Folignano. Certo, non sembra molto astuto da parte sua. Forse Parolisi, che si è calato fin da subito nella parte della vittima, è troppo sicuro di sé, forse è davvero ingenuo. Ma davanti alle telecamere, di volta in volta, recita una parte: addolorato, sempre sull’orlo del pianto, o fieramente sdegnato per i sospetti che s’addensano sul suo capo. Il 10 e 11 maggio si sottopone senza avvocato a due interrogatori fiume da parte del pm Umberto Monti. Esce dalla caserma dei carabinieri a Castello di Cisterna, in Campania, a piedi nudi, perché gli sono state sequestrate le scarpe. E non batte ciglio. Non è ancora indagato, e si mostra pienamente collaborativo. Il 16 maggio arranca dietro la bara di Melania, durante i funerali, sorretto dalla sorella. Il 24 giugno, quando invece risulta già iscritto nel registro degli indagati, cambia strategia e nell’interrogatorio in Procura ad Ascoli si avvale della facoltà di non rispondere. Continua però a passare a testa alta, gli occhiali da sole di Melania a coprirgli gli occhi, tra ali di giornalisti petulanti, fotografi e operatori tv. Mai un cedimento. Salvatore è una roccia. Ma è un bugiardo. Ed è questo, alla fine, a perderlo: “Le menzogne sulle fasi della ‘scomparsa’ di Melania denunciata dal marito il 18 aprile non possono spiegarsi se non con una responsabilità personale di chi le ha dette”, è la pietra tombale messa su questa disgraziata vicenda dal procuratore capo di Ascoli Michele Renzo. Oppure, come suggerisce il comandante dei carabinieri Alessandro Patrizio, che gli è stato alle calcagna, forse Parolisi è “un uomo dalla personalità a due facce”. Un uomo che non è riuscito a destreggiarsi tra due situazioni: il matrimonio con Melania, con cui era stato fidanzato fin da giovanissimo, e la relazione extraconiugale appassionata con Ludovica, cui aveva promesso di cominciare insieme una nuova vita. Una storia vecchia come il mondo.

Una risposta a “Melania Rea: Parolisi, da parte lesa a presunto killer”

  1. Ospite ha detto:

    Ora che Salvatore è in carcere, credo sia il caso di fare qualche riflessione pacata sul delitto, senza partigianerie. Non ritengo che capiterà di chiedergli scusa, per averlo accusato ingiustamente, anche se non esiterei a farlo, perché purtroppo è colpevole dell’omicidio di sua moglie, ma reputo che dovrà essere davvero più bravo di un mago a tirar fuori dal cilindro l’asso vincente, per dimostrare la sua innocenza, dato che tutto la esclude razionalmente. Il risultato è che gl’inquirenti hanno una serie innumerevole di prove concordanti e di elementi univoci determinanti, per tenerlo in galera a lungo. Ma mi chiedo come possa accadere nel 2011 ed in Italia, che si sia rispettato un codice antico ed anacronistico di rapporto coniugale ancestrale, che ha sacrificato la vita di Melania, perché credeva passionalmente in un amore di coppia esclusivo, ed ha condotto in prigione Salvatore, e sarà condannato per il delitto, dal momento che non è stato in grado di gestire modernamente una relazione extraconiugale, per un’amante a cui lo legava una passione amorosa e sessuale. Certo che il caporalmaggiore è stato travolto psicologicamente dalla situazione di doppiezza in cui è vissuto troppo a lungo: da una parte la moglie, i paesi di origine suo e di Melania, i parenti e le consuetudini obsolete, dall’altra l’emozione e la sfrenatezza di un sentimento e di un desiderio, che non vedevano al centro Melania, a cui voleva forse bene, ma non amava, ma Ludovica, l’amante, da cui era inarrestabilmente attratto. La condizione d’instabilità e di divaricazione affettiva ed emotiva fra il dovere coniugale e la passione dei sensi, l’ha reso ancor più debole psicologicamente e fragile razionalmente, per cui è stato facile preda della sua insicurezza nella scelta sentimentale. Le due donne in fondo lo dominavano mentalmente, Melania con la sua determinazione e la sua volontà di resistere, in un legame coniugale vecchio stampo, Ludovica per la sua libertà, trasgressione e modernità.

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