“Un colpo di mano, mortale, del Governo al volontariato internazionale”. Lo denunciano Focsiv, Cipsi e Cini cioè i tre maggiori organismi di coordinamento delle Ong italiane. “Approfittando dell’importante decreto di proroga delle missioni militari internazionali, mentre l’attenzione di tutti gli osservatori era concentrata sulla manovra finanziaria, il Governo Berlusconi ha introdotto di soppiatto due articoli che eliminano le figure dei volontari e dei cooperanti previsti nella legge 49/87 sulla cooperazione, disarticolandola e compromettendo perfino la continuità dei progetti già approvati e finanziati”.
“Dopo aver sacrificato il volontariato impegnato in Italia sull’altare del pareggio di bilancio e del rigore dei conti pubblici, dalla scorsa settimana il Governo italiano sopprime anche il volontariato impegnato nei Paesi in Via di Sviluppo. Nel bel mezzo dell’Anno Europeo del Volontariato, con due righe lapidarie inserite nel decreto di proroga delle missioni militari all’estero, infatti, il Consiglio dei Ministri ha deliberato, lo scorso 12 luglio, di porre fine al volontariato internazionale” – riporta la nota della Focsiv.
“Per risparmiare pochi milioni di euro, il Governo Berlusconi butta alle ortiche cent’anni di storia e di tradizione e, ancor più grave, toglie un’altra possibilità soprattutto alle fasce giovanili di rendersi utili, esercitare una cittadinanza responsabile e, perché no, trovare un’occupazione socialmente utile” – commenta Sergio Marelli, Segretario generale della FOCSIV. In pratica il governo ha deciso di “dire no a quanti credono che la solidarietà internazionale sia un dovere e a quanti sono disponibili a mettersi in gioco personalmente. Ha deciso di dire no ai contratti di quelle associazioni di cooperazione internazionale riconosciute idonee secondo una legge di stato” – aggiunge Gianfranco Cattai, Presidente della FOCSIV. “Un fatto che ci preoccupa – spiega Cattai – soprattutto perché il colpo di mano è arrivato senza preavviso e senza neppure dare agli organismi di volontariato e cooperazione la possibilità di studiare alternative per potersi prendere carico di quanto doveva essere assicurato dallo Stato”.
L’associazione chiama tutte le Ong e tutte le altre rappresentanze a mobilitarsi con urgenza, dare il massimo di risonanza alla notizia per sollecitare i parlamentari ad eliminare in sede di approvazione parlamentare gli articoli 14 e 15 del decreto missioni n.107 del 12 luglio 2011, per ricondurre l’argomento nell’alveo delle revisioni normative in corso.
“Questo provvedimento di modifica messo in atto all’insaputa degli organismi che avrebbero dovuto essere coinvolti, ha delle conseguenze che non possiamo accettare” – sottolinea Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore. “Ancora una volta il Governo ha agito senza ascoltare la voce dei diretti interessati, con un’azione che rischia di mandare all’aria la lunghissima tradizione della cooperazione internazionale, e abbandonando a se stessa quella vastissima risorsa che lavora per il nostro Paese e per i Paesi in via di Sviluppo, che si chiama volontariato”.
“Nonostante il Ministro dell’Economia abbia più volte ha ripetuto che bisogna puntare sul volontariato, ha frattempo però cercato di abolire e poi fissato un tetto al 5 per mille, si sono tagliati drasticamente i fondi per la Cooperazione allo sviluppo, sono state aumentate del 500% le Tariffe postali agevolate, principale strumento per la diffusione delle informazioni e per la raccolta fondi delle organizzazioni della società civile” – evidenzia Guido Barbera, presidente del Cipsi, coordinamento di 45 associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale. “Ed ora, nel cilindro magico del Decreto Missioni, è spuntata la ciliegina dell’abolizione/sostituzione degli art., 32-33-34 che trattano dell’impiego dei cooperanti e volontari. Alla luce di tale decreto, i primi contratti di volontari sono già stati rifiutati dalla Direzione Generale della cooperazione allo sviluppo” – ricorda Barbera.
“Si continua ad intervenire con piccole ma sostanziali modifiche sulla legge 49/87, in modo totalmente disorganico” – aggiunge Maria Egizia Petroccione, coordinatrice del CINI. Nel cosiddetto Decreto Missioni è infatti prevista l’abolizione/sostituzione dell’art 32-34 che tratta dei cooperanti e volontari. Senza entrare qui nel merito tecnico del provvedimento – lo faremo separatamente – contestiamo il metodo della decisione, denunciamo con forza la disarticolazione e modifica, senza disegno strategico e senza visione complessiva, della Legge 49/87 in modo assolutamente non partecipativo e senza alcuna consultazione dei diretti interessati”.
L’ong Intersos ha analizzato il Decreto legge n.107 del 12 luglio scorso per la proproga delle missioni internazionali. “Tra il 2008 e il 2011 l’ammontare finanziario approvato nei DL Missioni Internazionali è cresciuto del 50% (da 1 a 1,5 miliardi di euro), mentre i finanziamenti previsti per le iniziative di cooperazione allo sviluppo, al loro interno, sono diminuiti del 45%” – spiega l’associazione. “Il decreto di proroga delle missioni internazionali, all’esame della Camera, ha infatti ridotto la cooperazione civile in Afghanistan al misero 1,5% rispetto allo stanziamento per l’impegno militare: 5,8 milioni per la cooperazione civile di fronte a 399,705 milioni per la presenza militare” – commenta Nino Sergi di Intersos. Si tratta di una “scelta suicida. Agli occhi degli afgani insultante. Forse l’intelligenza di molti parlamentari, non inclini a subire diktat da osteria elettoralistica, potrebbe ancora modificarla. Lo speriamo, per il bene del nostro paese” – conclude il presidente di Intersos.
Come riportava recentemente l’analisi fatta da Sbilanciamoci! nel “Libro Bianco sulle politiche pubbliche di cooperazione allo sviluppo in Italia”, il quadro che emerge è quello di “una cooperazione italiana allo sbando ed ormai marginale” per il Governo mentre cresce il sostegno al settore privato e le imprese sono considerate come la più efficace “arma di sviluppo”. “Nonostante anche l’Ocse abbia nuovamente sottoposto al Governo italiano molte raccomandazioni per il rilancio della cooperazione e per la riforma della Legge 49 del 1987, il dibattito langue e tale processo di riforma è ormai una palude e l’argomento è ormai fuori dall’agenda politica parlamentare”. [GB-Unimondo]
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